È stato inaugurato a San Giovanni Bianco, il primo Ospedale di Comunità: dal 12 dicembre entreranno in funzione i primi dieci posti.
Bergamo, 30 novembre 2022 – È stato inaugurato, oggi, l’Ospedale di Comunità di San Giovanni Bianco, il primo in provincia di Bergamo. Ulteriori 10 posti letto verranno attivati entro la fine del prossimo anno, una volta ultimati i lavori finanziati con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Si tratta del terzo intervento previsto dal PNRR per l’ASST Papa Giovanni XXIII dopo le Case di Comunità già attivate a Bergamo, Borgo Palazzo e a Sant’Omobono Terme.
Offerta di continuità assistenziale
L’Ospedale di Comunità è una struttura sanitaria della rete territoriale prevista dal PNRR che eroga interventi sanitari a media/bassa intensità clinica tramite ricoveri brevi e una gestione prevalentemente infermieristica. Esso contribuisce ad una maggiore appropriatezza delle cure perché offre continuità di assistenza e facilita il passaggio dal contesto ospedaliero a quello domestico, secondo il principio dell’intensità di cura, paradigma fondante la moderna organizzazione dei servizi sanitari. Potenzialmente quindi determina una riduzione degli accessi impropri ai servizi sanitari come, ad esempio, quelli al Pronto soccorso o ad altre strutture di ricovero ospedaliero o il ricorso ad altre prestazioni specialistiche.
Accoglienza pazienti dimessi dall’Ospedale di Bergamo e San Giovanni Bianco
All’Ospedale di comunità di San Giovanni Bianco saranno in servizio un coordinatore infermieristico, un infermiere case manager, infermieri OSS, assistenti sociali e fisioterapisti. La responsabilità clinica è in capo alla Medicina interna 2, diretta da Mario Tramontini (in foto). Accoglierà i pazienti dimessi dai reparti di degenza dell’Ospedale di Bergamo e di San Giovanni Bianco, su segnalazione dei reparti stessi o delle centrali di dimissioni protette, oppure utenti segnalati dai medici di base, dai medici di continuità assistenziali e da quelli di Pronto soccorso.
Il costo dell’opera
L’Ospedale di Comunità è collocato al secondo piano dell’Ospedale di San Giovanni Bianco, piano che sarà oggetto, il prossimo anno, di un intervento di ristrutturazione totale, finanziato con i fondi PNRR di euro 1.599.000. Entro la fine del prossimo anno verranno infatti attivati altri 10 posti letto, sempre al secondo piano dell’edificio, nei locali attualmente utilizzati per le degenze della Week Surgery, che sarà, invece, spostata nei locali che fino al 2017 ospitavano la degenza di Ortopedia.
Inaugurazione di altre tre sale operatorie
Nel corso del pomeriggio sono state anche inaugurate 3 sale operatorie, recentemente ristrutturate con nuovi impianti elettrici e di condizionamento (importo dei lavori finanziato da Regione Lombardia: euro 1.131.000) in cui lo staff chirurgico della ASST Papa Giovanni esegue interventi di chirurgia generale, ortopedia, oculistica, chirurgia plastica, dermatologia e terapia del dolore in regime di day surgery o che richiedono una degenza breve (week surgery).
LE DICHIARAZIONI
“L’ospedale di comunità di San Giovanni Bianco – ha commentato Claudia Maria Terzi (in foto), assessora alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità Sostenibile di Regione Lombardia – è una struttura importante che si candida a diventare un punto di riferimento per tutta la Valle e nel solco della strada tracciata da Regione Lombardia per garantire presidi sanitari a chi vive lontano dai centri urbani. La sanità – ha proseguito – riveste, infatti, un ruolo chiave nel rilancio sociale, demografico ed economico di una valle, obiettivo che è anche al centro della strategia delle Aree Interne. In questo contesto il potenziamento dei servizi sul territorio va di pari passo con gli investimenti per migliorarne l’accessibilità e, Regione Lombardia – aggiunge Terzi – ha stanziato oltre 5 milioni di euro attraverso il Piano Lombardia, il programma di investimenti voluto dal governatore Fontana per la ripartenza post Covid: risorse che andranno a finanziare opere molto attese in Valle Brembana e che daranno un nuovo futuro al territorio”.
“I tempi di accoglienza delle strutture sanitarie, riabilitative e di sollievo sono spesso dilazionati rispetto alla conclusione della fase acuta della malattia del paziente – ha spiegato Simonetta Cesa (in foto), direttore socio-sanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII – costringendo gli ospedali a prolungare la permanenza in contesti per acuti di persone che non hanno più bisogno di servizi ospedalieri, ma hanno ancora bisogni assistenziali elevati e non possono rientrare a domicilio. È questo un bisogno che esiste da tempo – ha continuato – e per questo la nostra azienda, già nel 2008, aveva attivato la Centrale Dimissioni Protette, tuttora operativa, che da allora offre una prima risposta alla difficoltà di dimettere pazienti ancora bisognosi di assistenza, ma non più in condizioni di acuzie clinica. Nel corso di questi anni abbiamo anche implementato ambulatori infermieristici ospedalieri che rispondono ai bisogni di wound care (cura delle lesioni cutanee, ndr) e di stoma care (cura delle stomìe, ndr), ambulatori territoriali di prossimità fino al servizio dell’Infermiere di Famiglia e Comunità. L’Ospedale di Comunità – ha aggiunto Simonetta Cesa – si colloca in questo percorso, partito da lontano, di crescita dei servizi dedicati ai cittadini più fragili, e rinforza il trait d’union tra l’ospedale, le cure sub-acute e il territorio”.
“L’Ospedale di Comunità – ha commentato Maria Beatrice Stasi (in foto), direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII – si aggiunge ai servizi già attivi a San Giovanni Bianco: il Pronto soccorso, i servizi diagnostici e ambulatoriali, la week surgery, i 30 posti letto di Medicina, 20 posti letto di attività chirurgica, 20 posti letto per subacuti e il servizio degli Infermieri di famiglia e di comunità. L’Ospedale di comunità è il simbolo dell’integrazione tra l’attività ospedaliera e quella territoriale – ha proseguto – assetto fondamentale della sanità del futuro, perché per quanto fisicamente all’interno di un presidio ospedaliero, afferisce pienamente alla rete dei servizi territoriali della ASST. Ma è anche il simbolo dell’integrazione tra il presidio di Bergamo e quello di San Giovanni Bianco – ha aggiunto – che da tempo vede lo scambio di professionisti tra i due ospedali, la condivisione di protocolli diagnostico-terapeutico-assistenziali e ora anche un accompagnamento dei pazienti dopo la dimissione e prima del ritorno a casa,” ha concluso Maria Beatrice Stasi.