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Incontro con la stampa locale alla sede di  Unibg di Sant’Agostino  sul tema: “Pensare al plurale,varcare nuovi confini.”

Bergamo, 27 novembre 2023 – In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2023/2024, l’Università degli studi di Bergamo sceglie il Territorio come tema ispiratore e chiave di lettura delle diverse missioni che muovono il lavoro quotidiano della comunità accademica, ovvero la didattica, la ricerca e la terza missione intesa come apertura delle attività universitarie agli abitanti.

Lo spazio espositivo “Pensare al plurale, varcare nuovi confini”

Lo spazio espositivo, aperto e visitabile al pubblico dalla chiusura della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2023/’24 di mercoledì 29 novembre al 21 dicembre, intende divulgare alcune attività realizzate da gruppi di ricerca interdisciplinari che fanno del Territorio il proprio principale oggetto di analisi, ovvero il laboratorio all’interno del quale monitorare e studiare la vulnerabilità del mondo e le sfide globali alla base delle scelte di progettazione, attraverso un dialogo costante con gli abitanti, le comunità, le istituzioni e i privati con i quali intessere relazioni a diverse scale su specifici interventi.

Articolazione dello spazio espositivo

Lo spazio espositivo si articola in quattro sezioni:

La Sezione 1 – L’Università diffusa per un’innovazione territoriale multiscalare è dedicata all’Università degli studi di Bergamo quale campus policentrico e diffuso. Vi si intrecciano attività di ricerca, didattica e terza missione che generano processi di innovazione del territorio in prospettiva multiscalare con crescenti relazioni internazionali.

La Sezione 2 – Università tra città e montagna si focalizza sulla consolidata attenzione, in chiave multidisciplinare, che l’Università ha sviluppato nei confronti della montagna lombarda. Sono state coinvolte istituzioni pubbliche e private e sono stati creati forti legami tra il campus in città e le aule territoriali nelle aree montane. Nell’anno del Centenario della tragedia della diga del Gleno, l’Università presenta uno studio interdisciplinare sul primo disastro “tecnologico” nella storia delle Alpi, indagando la vulnerabilità dei luoghi, commemorando le vittime di allora e parlando alle comunità di oggi.

A partire da quel che resta: è questo il focus della Sezione 3 – Vulnerabilità e memoria dei luoghi. Il centenario del disastro della diga del Gleno.

Nell’ultima sezione, la 4 – Cura dei luoghi e paesaggio tra didattica, ticerca e terza missione, l’Università racconta il suo legame con Astino, “Valle della biodiversità”. Grazie al Landscape Award e alla fondazione dell’Osservatorio internazionale per il paesaggio, le ricerche si intrecciano alla terza missione e alla didattica, come attestato dalla mostra itinerante realizzata nell’ambito della Laurea magistrale in Geourbanistica.

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