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Ex carcere di Sant’Agata: piano da quasi 9 milioni di euro per realizzare appartamenti per giovani e spazi pubblici.

Bergamo, 22 marzo 2024 – L’ex carcere di Sant’Agata, uno dei principali contenitori storici di Città Alta, incastonato tra via del Vagine e vicolo Sant’Agata, sul versante nord del centro storico, si prepara a rinascere e tornare completamente fruibile dalla cittadinanza con l’apertura del cantiere per i lavori di restauro, partito proprio in questi giorni e finanziato – il larga parte – dalla U.E. (circa 8 milioni di euro), mentre 800mila euro saranno investiti dal Comune di Bergamo, attraverso il bando Pinqua, dell’ex carcere di Città Alta. 

Il progetto

Redatto dallo studio CN10 e dall’Architetto Gianluca Gelmini (aggiudicatario di una gara pubblica indetta per la progettazione), il progetto si conferma la complessiva ristrutturazione dell’immobile che consentirà di ricavare nell’ex carcere di Sant’Agata appartamenti con affitti agevolati accanto a spazi pubblici.

15 appartamenti a canone agevolato,

Gli ultimi due piani dell’ex monastero teatino rimangono quelli in cui verranno ricavate le nuove residenze, piccoli appartamenti particolarmente importanti per quel che riguarda la politica dell’abitare del centro storico: qui, infatti, si prevedono 15 appartamenti a canone agevolato, ideali per giovani e giovani coppie, che consentiranno di rafforzare il mix sociale del centro storico, anche attraverso prezzi calmierati. 

Il «museo del carcere»

Il piano dell’ex circoscrizione, ossia quello a cui si accede da vicolo Sant’Agata, verrà invece trasformato nel «museo del carcere», per consentire di diffondere la storia che ha caratterizzato il complesso (tra il 1943 e il 1945 fu uno dei centri della repressione nazifascista e fino agli anni ’70 il carcere cittadino).

Spazi tecnici e per le associazioni locali

La ristrutturazione investirà una superficie di circa 2.500 metri quadrati. Il complesso, ceduto nel 2012 dal demanio al Comune, ospiterà anche spazi con altre destinazioni. Per esempio, nel piano affacciato su via del Vagine ci saranno spazi tecnici e per le associazioni locali, mentre al piano del cortile dell’ora d’aria, dove si trovano la chiesetta e la mensa dell’ex carcere, verranno ricavati spazi pubblici polifunzionali. Il Comune di Bergamo lavorerà anche per individuare usi e funzioni di questi ultimi spazi, non è escluso il coinvolgimento del quartiere e delle realtà che vi troveranno sede.

Le dichiarazioni

Il progettista della ristrutturazione dell’ex carcere di Sant’Agata – spiega Giorgio Gori (in foto), Sindaco di Bergamo – ha molto lavorato per interpretare nel modo più corretto gli spazi dell’ex carcere, mettendo a frutto anche la sua profonda conoscenza dell’edificio. Le ultime modifiche richieste dalla Soprintendenza, che hanno carattere prescrittivo e sono,  com’è noto, obbligatorie – prosegue Gori – saranno accolte come previsto in corso d’opera senza stravolgere le funzioni previste all’interno del comparto, ottenuto dal Comune attraverso la legge sul federalismo demaniale ormai alcuni anni fa. Lavoriamo comunque per arrivare entro il 2026 con tutti i lavori completati – aggiunge il Sindaco – come previsto dal crono-programma PNRR, senza i cui finanziamenti non saremmo in grado di restituire questo gioiello del centro storico alla Comunità e alla città.”

“Oggi è un giorno importante per Città Alta –  commenta l’Assessore alla Riqualificazione Urbana Francesco Valesini (in foto) -. Dopo dodici anni dalla cessione dell’ex carcere e il tentativo fallito, nel 2014, della sua ristrutturazione – continua l’Assssore – si avviano finalmente, dopo gli interventi della Cooperativa Città Alta, i lavori  che porteranno a compimento l’intero complesso restituendo attraverso nuove funzioni pubbliche un luogo che ha sempre avuto un ruolo significativo nella storia di Bergamo. Ciò avviene dopo l’inaugurazione dei giorni scorsi di Casa Suardi a testimonianza dell’attenzione che l’Amministrazione ha riposto in questi anni nei luoghi della nostra memoria collettiva,” conclude Francesco Valesini.

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