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Il dispositivo di ultima generazione in uso alla Riabilitazione specialistica di Mozzo sarà impiegato per il recupero funzionale dell’arto.

Bergamo, 18 giugno 2024 – Si trova nella sede della Riabilitazione specialistica dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Mozzo, il dispositivo di riabilitazione funzionale avanzato per chi ha perso in tutto o in parte la capacità di muovere una mano. Lo speciale guanto per la riabilitazione robotica dei pazienti neurologici con deficit motori o cognitivi è in grado di mobilizzare le dita, rilevare i movimenti attivi del paziente ed effettuare esercizi “a specchio” con entrambe le mani.

Il nuovo guanto

I pazienti che possono beneficiare del nuovo guanto robotico sono circa 650 ogni anno, tra cui quelli di Mozzo oppure seguiti in ambulatorio e che abbiano necessità di effettuare un training riabilitativo a seguito di eventi quali ictus, lesioni del midollo spinale, traumi sportivi oppure perché affetti da neuropatie periferiche o paralisi cerebrale infantile.

Pazienti seguiti ogni anno dalla Riabilitazione specialistica

Si tratta di circa il 70% del totale dei pazienti seguiti ogni anno dalla Riabilitazione specialistica del Papa Giovanni XXIII. Le principali caratteristiche del dispositivo sono state illustrate in una dimostrazione pratica dal Direttore della Riabilitazione specialistica, Silvia Galeri, insieme allo staff che sta completando l’addestramento formativo.Il dispositivo robotico di Mozzo è l’unico con queste caratteristiche evolute tra i pochi dispositivi simili presenti negli altri centri pubblici di Regione Lombardia. Il guanto robotico è stato installato in una sala riservata alla riabilitazione con dispositivi robotici o automatizzati, insieme alla pedana stabilometrica per lo studio delle anomalie posturali.

Le dichiarazioni

La riabilitazione robotica – ha spiegato Silvia Galeri (in foto) – è un trattamento sicuro ed efficace che può migliorare significativamente la qualità di vita delle persone con disabilità motorie. La riabilitazione robotica consente di eseguire esercizi più intensi e ripetuti. Il supporto ed il feedback forniti al paziente sono personalizzabili. I progressi vengono registrati per calibrare il programma riabilitativo. I sistemi robotici aiutano a ridurre il dolore e lo stress associati alla riabilitazione. Ciò consente di ottenere risultati migliori e più rapidi – ha proseguito Galeri – quando la robotica viene utilizzata in combinazione con altri metodi di riabilitazione tradizionali, tracciando percorsi di recupero sempre più raffinati e coinvolgenti per il paziente”.  

“Lo sviluppo tecnologico nella robotica e nell’intelligenza artificiale – ha commentato Mauro Moreno (in foto), Direttore sanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII – mette a disposizione opportunità sempre più efficaci per affrontare la disabilità. Questo investimento per noi rappresenta uno strumento per agevolare, in prospettiva, un più rapido recupero per centinaia di pazienti. Su scala più ampia, l’utilizzo diffuso degli strumenti robotici può portare a una riduzione in termini di spesa pubblica dei percorsi di cura dei pazienti – ha continuato Moreno – perché tende a ridurre i tempi di degenza e, in casi come questo, anche gli interventi riabilitativi sia in fase di ricovero, sia dopo le dimissioni a domicilio o in struttura residenziale”.  

Siamo molto soddisfatti. Questo investimento va nella direzione giusta – ha dichiarato Francesco Locati ( in foto), Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII presente a Mozzo per la dimostrazione del guanto robotico -.Voglio ringraziare tutto il personale che collaborerà su questa nuova tecnologia, così come tutto il personale che si occupa di riabilitazione tradizionale in tutte le sue forme nella nostra struttura di Mozzo. La riabilitazione robotica – ha proseguito –  porterà beneficio ai pazienti che ne avranno necessità, per il recupero funzionale in modo rapido e completo sia dal punto di vista motorio che cognitivo. Sappiamo quanto sia importante la componente motoria per la qualità di vita e di relazione e le profonde correlazioni con la capacità cognitiva per il pieno recupero funzionale, grazie anche alle innovazioni tecnologiche che si stanno affacciando e che ci devono trovare preparati,” ha concluso Francesco Locati.

Nella foto: da sinistra: Alessandra Zanardi Ingegneria clinica; Roberta Severgnini, DAPSS coordinamento fisioterapisti; Francesco Locati; Silvia Galeri; Emanuela Busetti, coordinatrice infermieristica della Riabilitazione specialistica.

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