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La Sindaca Elena Carnevali e l’assessora alle politiche sociali Marcella Messina hanno incontrato, questa mattina, a Palazzo Frizzoni la Direttrice  del carcere di Bergamo, Antonina D’Onofrio, per fare il punto sulla situazione attuale del penitenziario.

Bergamo, 24 settembre 2024 – La casa circondariale di via Gleno risente attualmente del sovraffollamento, ospitando 565 detenuti (a fronte di una capienza regolamentare di 319 posti) tra cui una considerevole presenza di giovani adulti. Questi ultimi rappresentano la sfida più rilevante in termini di percorso di recupero e richiedono un’attenzione particolare e mirata.

Il centro diurno per detenuti “Riducendo”

Durante l’incontro, sono stati confermati i progetti già in corso che vedono il coinvolgimento dell’Amministrazione comunale e di diversi enti del territorio. Tra questi, il laboratorio “Ricucendo”, il centro diurno per detenuti con difficoltà relazionali e di adattamento, il laboratorio di scrittura, tutti finalizzati a stimolare il senso di responsabilità delle persone detenute in vista del reinserimento nella comunità.

Convenzione col servizio pulizia stradale e raccolta ecologica.  

E’ stato inoltre discusso l’ampliamento delle possibilità di inserimento lavorativo delle persone detenute, nell’ambito delle misure previste dall’ordinamento giudiziario, nei servizi cimiteriali oltre a nuove possibilità di impiego all’interno del Comune, tenendo conto delle capacità dei singoli. Inoltre, si stanno concludendo le convenzioni con il servizio bibliotecario interno al carcere, oltre a possibili sviluppi all’interno del futuro appalto del servizio di pulizia stradale e raccolta ecologica.  

Difficoltà in cui versa la polizia penitenziaria

E’ stata poi evidenziata le difficoltà in cui versa la polizia penitenziaria, che si trova in una condizione di sottodimensionamento a fronte di un numero così elevato di detenuti.

Progetti di sostegno psicologiche 

La direttrice della casa circondariale ha quindi evidenziato e condiviso l’importanza di rafforzare i progetti di sostegno psicologico, soprattutto per i giovani e adulti. Resta fondamentale la collaborazione con il territorio per ampliare le opportunità di lavoro al fine di favorire il reinserimento sociale e rafforzare la funzione rieducativa e riabilitativa dei detenuti, coinvolgendo attivamente le comunità in un dialogo continuo con il carcere.

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