Roberto Guerrisi, ucciso per aver difeso la figlia dal fidanzato violento, già denunciato da quest’ultima per maltrattamenti.
Pontirolo Nuovo, 29 dicembre 2024 – L’uomo che ha fatto fuoco uccidendo Roberto Guerrisi, operaio residente a Boltiere, è il 58enne Rocco Modaffari, zio del fidanzato della ragazza, accusato di omicidio volontario e trasferito nella casa cirvondariale di via Gleno. Indagate per favoreggiamento altre due persone, parenti del presunto omicida.
Incontro tra le due famiglie per alcuni chiarimenti
Roberto Guerrisi, dipendente della ditta Tenaris di Dalmine, aveva chiesto e ottenuto un incontro con la famiglia del fidanzato della figlia, proveniente dalla Calabria come lui, per alcuni chiarimenti inerenti a maltrattamenti che il giovane metteva in atto, spesso, nei confronti della figlia.
Dalle parole ai fatti
Dalla discussione è nata una disputa tra sette persone, appartenenti a entrambe le famiglie, al culmine della quale, Modafferi ha tirato fuori la pistola, una calibro 22, e ha esploso due colpi in direzione della vittima uno dei quali l’ha colpita in pieno volto.
Il breve percorso della vittima dopo il ferimento
Nonostante la grave ferita al volto, Guerrisi ha avuto la forza di uscire dal locale della ditta, percorrendo un breve tratto di strada, per poi perdere i sensi e cadere a terra nei pressi della fermata dell’autobus.
L’arrivo dei soccorsi
Giunta sul posto l’ambulanza del 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso del 42enne. I particolari del decesso saranno chiariti dall’esame autoptico che verrà eseguito sulla salma dell’uomo tra qualche giorno.
Le indagini dei carabinieri di Treviglio
Per tutta la nottata di ieri, i carabinieri di treviglio, hanno condotto accurate indagini, ascoltando alcuni testimoni di entrambe le famiglie dei fidanzati, soprattutto esaminando i filmati di alcune telecamere di privati, dove si notano, chiaramente, le sequenze della sparatoria.
Il trasferimento in carcere del presunto omicida
Questa mattina, il magistrato del foro di Bergamo, ha emesso lo stato di fermo, eseguito poi dai militari, nei confronti di Rocco Modafferi, il quale è stato trasferito nel carcere di via Gleno e dovrà rispondere di omicidio volontario.