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E’ di oggi la sensazionale notizia secondo cui nel nosocomio bergamasco sono già stati eseguiti 34 interventi in sala operatoria con risonanza magnetica, unica in Italia con queste caratteristiche, e 40 quelli eseguiti nella sala operatoria dotata di TAC. Entrambe le tecnologie consentono maggiore precisione e verifica immediata dell’esito dell’atto chirurgico.

 

Bergamo, 19 ottobre 2018 Sono state inaugurate oggi, alla presenza dell’Assessore alla Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, due sale operatorie dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII ad alta tecnologia, una dotata di risonanza magnetica (RNM) a 1,5 tesla e una di tomografo computerizzato (TAC).

Nella prima, operativa da marzo scorso, il magnete si muove su un binario a soffitto e ingloba il lettino chirurgico su cui è posto il paziente, per fotografare con precisione il lavoro eseguito dal neurochirurgo e verificare che non resti traccia del tumore. E’ l’unica in Italia a muoversi verso il paziente, che non deve quindi essere spostato, e ad essere ospitata in una sala separata in modo da poter essere utilizzata anche per esami extra operatori. Un modello simile esiste in un ospedale romano, ma ha caratteristiche diverse.

Caratteristiche della nuova sala operatoria

La sala operatoria con risonanza magnetica ha già ospitato 27 interventi neurochirurgici e 7 di otorinolaringoiatria. Il suo utilizzo è concentrato soprattutto in campo oncologico e in particolare nella rimozione di tumori cerebrali (gliomi) e di quelli localizzati nella regione dell’ipofisi e dell’ipotalamo (adenomi).

«Dopo aver rimosso quello che il neurochirurgo suppone sia la totalità del tumore – ha spiegato Claudio Bernucci, direttore della Neurochirurgia del Papa Giovanni XXIII – eseguiamo l’esame, che ci consente di verificare già durante l’intervento chirurgico che sia proprio così. Se la risonanza ci mostra che sono rimasti frammenti di tumore, procediamo a rimuoverli, senza dover sottoporre il paziente a un secondo intervento chirurgico e migliorando la prognosi. E’ ormai assodato – prosegue – che più precisa ed estesa è la resezione tanto più aumenta l’intervallo libero da malattia. Non è comunque una soluzione utile per tutti i tumori cerebrali o intracranici. Ogni caso va selezionato e la decisione ponderata – conclude – perché l’utilità di questa tecnica è strettamente connessa alla localizzazione del tumore e agli obiettivi dell’intervento».

La sala ospiterà anche interventi sui bambini (una decina all’anno) e l’ospedale in questione sta lavorando per utilizzare la tecnologia a pieno regime.

«Vorremmo mettere a disposizione una tecnologia unica in Italia – ha dichiarato Carlo Nicora, direttore generale dell’ASST bergamasca – anche a neurochirurghi provenienti da altri ospedali che vorranno venire a operare i loro pazienti nella nostra sala, potendo contare sul supporto dei nostri professionisti -. Questo per dare un contributo reale alla sostenibilità del nostro sistema sanitario nazionale – continua – mettendo in rete la tecnologia innovativa e quindi permettendo all’equipe mediche di poterla utilizzare oltre i confini della propria struttura, garantendo accessibilità ed equità a tutti i pazienti di cui ne hanno bisogno».

Interventi effettuati nella sala operatoria dotata di TAC

La sala operatoria ha ospitato fino ad oggi 32 interventi neurochirurgici, 2 congiunti di neurochirurgia e ortopedia (per fratture sacro-iliache), 4 interventi ortopedici e 2 interventi di neuro-radiologia. Il suo utilizzo riguarda soprattutto pazienti affetti da patologie della colonna vertebrale, ma anche da fratture degli arti inferiori, del collo femorale e del bacino o che necessitano di protesi di anca e ginocchio, con possibilità anche in questo caso di verifica immediata dell’esito dell’atto chirurgico. Inoltre, accoppiando la TAC con il neuronavigatore, è possibile verificare in tempo reale il posizionamento della strumentazione chirurgica e guidare la mano del chirurgo.

L’ospedale Papa Giovanni, con tali attrezzature, arricchisce la sua dotazione tecnologica che comprende anche una sala operatoria attrezzata con angiografo biplano (utilizzata come sala ibrida per procedure chirurgiche minimamente invasive in campo neuroradiologico, vascolare e cardiochirurgico); una risonanza magnetica a magnete aperto con 270 gradi di campo libero (consente di eseguire l’esame anche a pazienti che soffrono di claustrofobia o di obesità); una risonanza magnetica a 3 tesla (che, lavorando ad intensità di campo magnetico molto elevate, consente di ottenere immagini ad alta definizione e in meno tempo rispetto alla tecnologia tradizionale); tre acceleratori lineari per i trattamenti radioterapici più evoluti (compresa la radiochirurgia e radioterapia stereotassica cranica in pazienti con tumori cerebrali difficilmente operabili); sistemi diagnostici di sequenziamento del DNA (per l’identificazione delle malattie genetiche o della miglior terapia); un acceleratore lineare in sala operatoria (per la somministrazione in singole frazioni di una dose elevata di radiazioni già in sede di intervento chirurgico); un laboratorio interno dedicato alla lavorazione e conservazione delle cellule staminali emopoietiche per trapianto. Inoltre è in atto lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche mediante utilizzo di terapie cellulari innovative grazie all’autorizzazione alla produzione di farmaci di piccolo volume rilasciata da AIFA.

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