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Documenti falsi, arnesi da scasso in macchina e diversi mandati di cattura: è così che un 40enne E.O.D., con un lungo elenco di reati a suo carico, è finito in carcere, dopo essere stato fermato dalla Polizia Locale, attraverso il sistema di rilevamento targhe ZTL.

Bergamo 29 novembre 2018 – Un arresto che ha contorni davvero interessanti: a segnalare l’auto dell’uomo è stato il sistema di lettura delle targhe della ZTL di Bergamo Alta, in corrispondenza del varco di viale Vittorio Emanuele. Il suo autocarro Nissan infatti risultava inserito in black-list per una serie di denunce di furto di motorini e biciclette.

Una pattuglia della Polizia Locale lo ha intercettato e fermato in Città Alta. Gli agenti, a seguito del controllo del veicolo, hanno trovato a bordo arnesi da scasso, come un piede di porco, due cacciavite (uno già piegato a causa di forzature) e un paio di guanti. Da un controllo più approfondito emergevano altri arnesi da scasso: trancia per catene, corda, taglierino, sasso di forma sferica, pannello giallo da impalcatura di circa 2 metri, e un casco.

Inizialmente l’uomo è stato identificato come N.M., 37enne. Ma da una verifica dei documenti, diverse cose non parevano quadrare. L’uomo ha allora mostrato una seconda carta d’identità, con la quale affermava di essere D.M., 36enne, ma anche con questo documento rimanevano molti dubbi sulle sue reali generalità.

Senza indugio, gli agenti hanno provveduto al sequestro del veicolo Nissan e proceduto al controllo personale del fermato, addosso al quale sono stati rinvenuti contanti per un importo di 1.150 euro. L’uomo è stato portato in Questura per l’accertamento di identità, da dove è emerso il suo vero nome, appunto E.O.D., nato nel 1978, con diversi mandati di cattura a suo carico: ordine di esecuzione per la carcerazione emesso il 19/02/2014 dalla Procura di Bergamo; provvedimento di unificazione pene concorrenti con ulteriore ordine di esecuzione per la carcerazione emesso sempre dalla Procura di Bergamo nel novembre del 2015; precedenti penali per furto, furto aggravato, rapina, sostituzione di persona e reati contro il patrimonio. Adesso l’uomo si trova recluso nel carcere di via Gleno.

«L’arresto che raccontiamo oggi – commenta il vicesindaco di Bergamo, Sergio Gandi è la dimostrazione che è giusto investire sul sistema di telecontrollo (per il quale abbiamo anche recentemente ottenuto dal Ministero). Non smetterò mai di ripetere che il contrasto ai furti è una nostra priorità, che siano appartamenti, auto o biciclette, si tratta di uno dei reati forse più odiosi per i nostri concittadini e cerchiamo di mettere in campo tutto l’impegno possibile per ridurre il numero di furti in città. Un ringraziamento agli agenti del Comune di Bergamo prosegue Gandi che, con questo intervento, porta a 42 il numero di arresti fatti in città nel 2018: un numero record, non ci stancheremo mai di dirlo, a dimostrazione che la sicurezza e il contrasto della micro-criminalità sono tra i temi più importanti per la nostra Amministrazione».

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