Giorgio Pasolini realizza un’opera d’arte dedicata a Matteo Salvini

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    3 Giugno 2019


    L’artista bergamasco di Trescore,
    Giorgio Pasolini, in occasione delle recenti Elezioni Amministrative 2019, ha realizzato un’opera d’arte che rappresenta Matteo Salvini, visto dagli occhi dell’artista.

    Trescore (BG), 20 giugno 2019 – In un collage di immagini riunite in una sola, tipico di una parte della sua produzione, Pasolini ha voluto raffigurare Matteo Salvini in una dimensione forte e dinamica.
    L’artista non nega il suo gradimento per la figura di Salvini che viene percepito da Pasolini come un soggetto politico moderno, realista e determinato nella sua linea.
    «Quello che mi piace di Salvini, aldilà dell’orientamento generale, che condivido – spiega Giorgio Pasolini – è la chiarezza e la determinazione del suo pensiero. Trovo che la sua figura risponda alle esigenze attuali del Paese. Non è un politico che si distingue per inutili dissertazioni socio-filosofiche – prosegue – ma lo vedo come una figura molto lucida e pragmatica. Nella mia produzione ho seguito molti filoni e queste produzioni sono una parte del mio percorso artistico. In questo caso – conclude – mi è piaciuto rappresentare chi mi rappresenta».

    Qualche notizia sull’artista

    Giorgio Pasolini nasce a Bergamo nel 1958. Nella città natale, affina le tecniche con gli studi d’arte al Liceo Artistico statale “Giacomo e pio Manzù” di via Tasso. Pasolini Sperimenta per anni il figurativo e inaugura la sua prima mostra personale alla galleria “l’Incontro” di Brescia negli anni ‘80. Nell’85, con alcuni colleghi artisti apre una galleria a Orzinuovi, a Palazzo Maffei, esponendo soprattutto in occasione delle fiere dell’agricoltura. Negli anni ’90, periodo in cui le sue opere abbracciano la corrente dell’informale materico, collabora con la galleria “La Meridiana” di Piacenza e nel ’93 partecipa alle fiere internazionali che si svolgono a Palazzo Affari a Firenze. Nel ’94, sempre a Firenze, alla galleria Montana partecipa alla rassegna “Individuazioni” e le sue opere vengono inserite nel catalogo redatto da Nicola Nuti. Nuove ricerche e nuovi entusiasmi lo aiutano infatti ad avere una più chiara ” visione ” di sé: nascono così le prime sintesi di paesaggio e le stratificazioni informali. Sempre in questi anni espone in mostre collettive come alle gallerie d’arte “Tarquinia” di Viterbo. Al convento di San Francesco a Mantova, partecipa alla rassegna “Materia” e le sue opere vengono inserite nel catalogo curato da Gabriella Ardissone. Nel ’95 partecipa a diverse collettive nelle più importanti città d’arte italiane come Roma, Firenze e Milano. Nel ’96 prende parte alla mostra-mercato internazionale “Arte 96”a Padova, mentre nel ’97 presenta una personale nel palazzo comunale di Calcio (Bg) con catalogo di Luciano Carini, gallerista e curatore. Sempre a Calcio, nello stesso anno, partecipa alla rassegna “Una collezione d’arte moderna” curata dal critico d’arte Marco Corradini e nel ’99 è presente con le sue opere alla collettiva “La civica raccolta d’arte” sempre a Calcio, presentata dallo stesso Corradini. Nello stesso anno gli viene commissionato dal comune di Calcio un murale dal titolo “Mappale”, opera che fa parte di in un progetto più ampio: una raccolta di 50 murales che raccontano la storia di Calcio nei suoi aspetti di vita quotidiana, come i pastori che svernano lungo le rive dell’Oglio, scene di vita agricola e rurale, la processione del Santo Patrono, fino alla costruzione del primo ponte sul fiume. L’artista Pasolini, per omaggiare il paese, lo raffigura in maniera astratta, utilizzando il giallo per rievocare la carta invecchiata dal tempo, mentre con linee tratteggiate indica sentieri, strade e spazi che sono ancora in attesa di una loro definizione e collocazione nella maglia del piccolo centro urbano. L’azzurro è invece un chiaro rimando alle acque del fiume Oglio, mentre il rosso rappresenta i tetti del centro storico. Uno strappo dipinto al centro dell’opera vuole infine rappresentare l’usura del tempo che corrode e consuma.

    Nei primi anni del nuovo millennio avviene un cambiamento nella sua arte. Pasolini comincia a lavorare a delle opere sperimentando materiali nuovi, di riciclo e di scarto, come la plastica. Una mostra personale del 2004 a Calcio (Bg) mostra questo suo punto di svolta: Un’intrigante serie di bassorilievi retroilluminati, dove la luce giunge all’osservatore attraverso schegge di plastica e cristalli colorati e che prendono il nome di “Pungente” .«Queste nuove creazioni, tanto intense quanto enigmatiche, costituiscono punto d’arrivo, consapevolezza di una raggiunta maturità espressiva, nuova e meditata percezione psicofisica» (F. Bianchi).

    Nel 2005, allo studio C  di Piacenza organizza un’altra personale intitolata: “Keenning glares” dove espone sia i suoi vecchi lavori informali che le nuove sperimentazioni.

    Nel 2013, al castello Barbò di Pumenengo (Bg), organizza un’altra personale con nuovi lavori ricchi di novità, dove sperimenta nuovi materiali e nuove possibilità espressive. Introduce inoltre nei suoi quadri anche l’uso di sostanze organiche, rendendo omaggio ad artisti come Piero Manzoni.

    L’artista al momento prosegue la sua ricerca nella provincia di Bergamo dove vive e sperimenta nuove tecniche artistiche all’interno del suo studio di Trescore: “La casa dell’artista”. In questa sede, nel 2018 ha organizzato due eventi: il primo intitolato “Lucifero”, dove il gioco di parole tra luce e diavolo permette all’artista di essere pungente, introducendo la luce dietro le sue tele, in modo tale da evidenziarne solo alcune parti e cambiando in questo modo la lettura del quadro in base all’intensità della luce stessa. Il secondo evento è stato invece “Orizzonti”, in cui l’artista guida l’osservatore alla scoperta di nuove mete, recuperando le tele del periodo dell’informale materico e reinterpretandole in maniera diversa con l’aggiunta di nuovi materiali.

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