Nei primi sei mesi di quest’anno, da gennaio a giugno, sono aumentati di circa il 40% i bergamaschi con patologie croniche, di cui 7.160 hanno sottoscritto il piano di assistenza individuale.
Bergamo, 26 luglio 2019 – Bilancio positivo nei primi sei mesi dell’anno nella Bergamasca per quanto riguarda la presa in carico dei pazienti cronici, uno dei punti qualificanti della riforma sanitaria di Regione Lombardia.
Da gennaio a giugno 2019 ben 7.610 pazienti hanno sottoscritto il piano di assistenza individuale, con un incremento del 38,66% in valore assoluto dell’adesione al progetto che mira ad assicurare al cittadino affetto da patologie croniche un’assistenza sanitaria personalizzata e un più facile accesso alle cure. Complessivamente, dall’avvio del processo di presa in carico (gennaio 2018), sono stati stipulati 33.319 patti di cura che si sono tradotti in 27.296 Piani di Assistenza Individuale (PAI).
A spiegare le ragioni di un risultato decisamente incoraggiante è Cristina Sarchi, direttore sociosanitario di Ats Bergamo: «Il trend in crescita registrato negli ultimi sei mesi nel nostro territorio è da ascrivere alla rinnovata energia con cui la nostra Agenzia di Tutela della Salute e tutti gli attori coinvolti stanno lavorando. Abbiamo avviato tavoli permanenti con i gestori, vale a dire i medici e i pediatri, con gli erogatori, cioè chi assicura le prestazioni previste dal piano di assistenza individuale, e con gli altri stakeholders. L’obiettivo è quello di lavorare tutti insieme per analizzare, monitorare, implementare e sviluppare il processo di presa in carico».
Da parte sua l’Agenzia di Tutela della Salute ha creato una task force interna “composta da tutti i dipartimenti interessati alla presa in carico: cure primarie, PAAPSS (programmazione, accreditamento, acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie), PIPSS (programmazione per l’integrazione delle prestazioni sociosanitarie con quelle sociali), Servizio epidemiologico, Sistema informativo e Ufficio sindaci. In questo modo siamo in grado di condividere gli input che vengono da Regione Lombardia e svolgere un ruolo di regia dei processi, soprattutto per quanto riguarda le ricadute esterne”, conclude la dottoressa Sarchi.
Per quanto riguarda i gestori, nella realtà bergamasca la presa in carico avviene principalmente per il tramite dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta (96,11%) che operano in cooperativa. La parte residuale è gestita dalle tre ASST (2,44%) e da gestori privati sanitari (1,45%). Da parte sua il paziente sceglie il gestore del suo percorso di cura (clinical manager e costante punto di riferimento) e si responsabilizza nell’attuazione del PAI. Gli erogatori coinvolti sono 82 sul territorio provinciale.
Come funziona la presa in carico del paziente cronico
Il nuovo modello di presa in carico dei cittadini affetti da patologie croniche e/o in condizioni di fragilità è stato avviato in Regione Lombardia a gennaio 2018 e prevede che un medico gestore organizzi tutti i servizi sanitari e sociosanitari per rispondere ai bisogni del singolo paziente, programmando prestazioni ed interventi di cura specifici, prescrivendo le cure farmacologiche più appropriate, alleggerendo così il paziente dalla responsabilità di prenotare visite ed esami.
I cittadini con patologie croniche risultati idonei ad essere “presi in carico” secondo la nuova modalità vengono invitati con lettera individuale ad aderire alla nuova opportunità dalla Agenzia di Tutela della Salute territorialmente competente.
Accettato l’invito, il cittadino sceglie il Gestore che prenderà in carico i suoi bisogni di salute e che con lui sottoscriverà un “Patto di Cura”.
Successivamente, in base alle specifiche necessità cliniche, per ogni cittadino “arruolato” viene redatto il “Piano di Assistenza Individuale” (PAI) annuale che contiene tutte le prescrizioni necessarie alla gestione delle patologie croniche da cui è affetto.
Il paziente viene inoltre seguito per verificare che le terapie prescritte vengano correttamente seguite.