Lo rivela l’European Heart Journal. La patologia cardiaca, di origine genetica, e’ spesso sotto diagnosticata, per tale motivo resta la prima causa di morte cardiaca improvvisa tra i giovani.
La tecnologia di risonanza magnetica cardiaca, di utilizzo piuttosto recente in campo cardiovascolare, potrebbe aiutare i clinici di centri altamente specializzati a individuare terapie personalizzate per combattere la cardiomiopatia ipertrofica.
Bergamo, 7 agosto 2019 – La risonanza magnetica (RMN) cardiaca è raccomandata per la diagnosi e la stadiazione della cardiomiopatia ipertrofica, ma solo se eseguita in centri specializzati e inserita all’interno di una valutazione multidimensionale. Queste le conclusioni a cui è giunto uno studio finanziato dalla Fondazione di Ricerca FROM e firmato dagli specialisti del Papa Giovanni XXIII, che si è classificato tra le dieci pubblicazioni più scaricate nel 2018 dal sito dell’European Heart Journal – Cardiovascular Imaging, tra le più importanti riviste dedicate alla diagnostica per immagini cardiovascolare. La cardiomiopatia ipertrofica resta a tutt’oggi la prima causa di morte cardiaca improvvisa giovanile, e spesso non viene diagnosticata.