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28enne del Gambia, ex richiedente asilo, irregolare sul territorio nazionale, dopo il definitivo diniego del permesso di soggiorno e senza fissa dimora è stato arrestato ieri pomeriggio dalla Polizia Locale in via Gavazzeni con oltre un etto di sostanze stupefacenti.

Gandi:«situazione aggravata dal decreto sicurezza e dal calo dei già pochi rimpatri, dobbiamo cambiare il sistema dell’accoglienza in Italia!..»

Bergamo, 27 agosto 2019 – Diniegato e non rimpatriato, senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale, il 28enne del Gambia è stato arrestato dalla Polizia Locale del Comune di Bergamo, in via Gavazzeni, con oltre un etto di sostanze stupefacenti. Lo spacciatore africano, fermato per un semplice controllo, ha mostrato agli agenti il contenuto del marsupio che portava con sé, all’interno del quale gli agenti hanno trovato 41 dosi di marijuana, già confezionate e pronte per essere vendute, e due pezzi di hashish, un totale di circa 115 grammi di sostanze stupefacenti. Nelle tasche 225€ in banconote di piccolo taglio.

Denaro e sostanze stupefacenti sono stati sequestrati e il ventottenne è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. N.L. dopo avere trascorso la nottata presso il Comando della Polizia Locale, comparirà nella giornata odierna d’avanti al Tribunale di Bergamo per essere sottoposto a processo per direttissima.

«Lavoriamo con grande impegno nel controllo della città e nel contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti – sottolinea il vicesindaco, Sergio Gandi – e interventi come questo dimostrano tutte le capacità operative dei nostri agenti di Polizia Locale. Da queste vicenda emergono anche le contraddizioni del nostro Paese nella gestione “a terra” dell’immigrazione: coloro a cui viene negato l’asilo vengono espulsi dai luoghi di accoglienza – ma non vengono rimpatriati -, e permangono sul territorio senza documenti, senza possibilità quindi di lavorare regolarmente, senz’altra possibilità quindi che vivere di espedienti o di attività illegali; una situazione aggravata dall’abolizione della protezione umanitaria voluta dal decreto sicurezza e dal calo dei già pochi rimpatri. Il progetto dell’Accademia per l’Integrazione, avviato a Bergamo in collaborazione con la Diocesi e Confindustria – prosegue Gandi – nasce proprio dalla consapevolezza della necessità di cambiare il paradigma dell’accoglienza e di promuovere una vera integrazione fondata sul l’apprendimento della lingua italiana, sul lavoro e sul rispetto delle regole. Nel frattempo continueremo a fare il nostro lavoro con impegno, garantendo sicurezza ai nostri concittadini e contrastare ogni tipo di illegalità e soprattutto lo spaccio di droga in città», conclude.

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