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Il Palazzo verrà aperto al pubblico, molto probabilmente, nell’autunno 2020  ed eccezionalmente per le Giornate FAI di Primavera nel marzo 2020. Il totale restauro e l’adeguamento funzionale delle strutture e del giardino richiederanno poi risorse più ingenti e qualche anno di ulteriore lavoro che sarà eseguito a bene aperto al pubblico.

 

Bergamo, 4 dicembre 2019 Nel marzo 2009 il Conte Antonio Moroni, a pochi giorni dalla sua scomparsa e con un atto di civile e lungimirante attenzione per il patrimonio storico e culturale della sua città, decideva di conferire l’amato Palazzo di Via Porta Dipinta 12 – insieme al giardino, le collezioni e le sue pertinenze – alla Fondazione Museo di Palazzo Moroni con l’auspicio, animato da autentico mecenatismo, che questo storico edificio lombardo, da secoli dimora della sua famiglia, potesse essere destinato alla collettività. Oggi, a 10 anni di distanza, il FAI e Museo di Palazzo Moroni perpetuano e corroborano quella volontà per decisione della figlia Lucrezia Moroni e del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Moroni da lei presieduto, e firmano un innovativo e articolato accordo che affida il Palazzo al FAI, per rendere fruibile a un pubblico sempre più vasto uno dei più importanti e rappresentativi edifici della città, celebre per il suo grandioso scalone, la ricchezza degli affreschi di Giacomo Barbelli – realizzati tra il 1649 e il 1654 –, la varietà delle sale e la ricercatezza della Collezione Moroni, nella quale spicca il celeberrimo dipinto di Giovanni Battista Moroni Il cavaliere in rosa (1560). Grazie a questa intesa, maturata tra le due fondazioni private in una piena comunione di intenti e in assoluta armonia con le rispettive missioni, lo splendido e ricco edificio del Seicento che domina Bergamo Alta diventerà nel 2020 il sessantacinquesimo Bene FAI, il primo palazzo aristocratico urbano a impreziosire la collana di Beni tutelati e gestiti dalla Fondazione. Completa la straordinaria importanza del complesso il suo inscindibile, imponente giardino-ortaglia: circa due ettari di suggestivo, insolito e intatto brano di campagna lombarda con vigne e terrazze a frutteto, che occupa un decimo di Bergamo Alta, uno dei più bei centri storici italiani.

Affidata al FAI la gestione del palazzo e del giardino

Grazie a una modifica nello statuto di Fondazione Museo di Palazzo Moroni, il FAI entra in posizione di maggioranza nel Consiglio d’Amministrazione della Fondazione, il cui presidente rimane Lucrezia Moroni. Il Palazzo, le collezioni e le pertinenze vengono affidate in comodato al FAI, che progetterà, e reperirà i fondi per il restauro, l’adeguamento funzionale, la gestione e la valorizzazione del complesso al fine di aprirlo regolarmente al pubblico, garantendo gli stessi standard qualitativi di tutti i Beni del FAI. Per consentire una gestione ottimale del Palazzo, il FAI acquista da Lucrezia Moroni alcune porzioni minori del Palazzo che non appartengono alla Fondazione Moroni, destinate a funzioni accessorie, in particolare l’appartamento del Cucinone al piano ammezzato e alcuni locali al pian terreno che saranno dedicati all’attività didattica. Vengono poi acquistati dal Fondo Ambiente Italiano gli arredi necessari a mantenere l’unitarietà della Collezione presso il Bene.

Accordo tra FAI e Fondazione Museo di Palazzo Moroni

L’accordo prevede inoltre che anche il nucleo particolarmente importante costituito da 6 dipinti uniti da vincolo di collezione – tra cui Il cavaliere in rosa, uno dei più noti dipinti del Rinascimento italiano, e Ritratto di Isotta Brembati, entrambi di Giovanni Battista Moroni – rimanga nel Palazzo, nel pieno rispetto dell’assetto che fu concepito nella prima metà dell’Ottocento.

La Fondazione Museo di Palazzo Moroni sarà custode dell’importante Archivio Storico della famiglia Moroni che include documenti dalla prima metà del 1400 ai giorni nostri, e con il supporto del FAI continuerà a svolgere la sua funzione principale di salvaguardia e memoria della Famiglia Moroni.

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