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La Guardia di Finanza di Bergamo ha eseguito il sequestro preventivo, su ordine della magistratura locale, confiscando diciannove automobili di lusso a un pregiudicato, detenuto in carcere per estorsione e sequestro di persona.

 

Bergamo, 29 gennaio 2020 – L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo, denominata ”Pay to live”, su provvedimento cautelare,  a firma del Gip Federica Gaudino, e richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, Emanuele Marchisio, rappresenta la seconda parte di tale indagine che lo scorso mese di novembre ha portato all’arresto di due fratelli calabresi, affiliati a un gruppo ‘ndranghetista, assieme a un cittadino bergamasco di 66 anni,  commerciante di autoveicoli, che aveva assoldato i due fratelli calabresi per riscuotere con la violenza i suoi crediti.

Auto di lusso intestate a una società bresciana

Da un accurato controllo, eseguito dalle fiamme gialle nell’autosalone dell’arrestato, è  emerso che il medesimo deteneva 19 auto, 5 delle quali di lusso, intestate a una società con sede nel Bresciano, e amministrata da un bergamasco di 52 anni risultato poi essere un prestanome dell’arrestato.

Compravendita delle auto in nero e ricorso a violenza perla riscossione dei crediti

Da tale controllo sono altresì emersi altri particolari: la compravendita degli autoveicoli avveniva totalmente in nero, con l’evasione del fisco e non solo, per la riscossione dei crediti il commerciante faceva  ricorso all’uso della violenza tramite i due delinquenti calabresi.

Considerato il reato di estorsione per il quale deve rispondere l’arrestato e la mancata dichiarazione dei redditi, come prova per il possesso delle succitate autovetture, l’Autorità Giudiziaria locale ha disposto il sequestro di queste ultime, tra le quali: un’Audi, una BMW, e tre SUV Porsche Cayenne per un valore complessivo di circa 100mila euro.
L’operazione succitata che ha assicurato alla giustizia malviventi ritenuti affiliati alla ‘ndrangheta calabrese nonché alla delinquenza bergamasca,  si inquadra nel più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto dalla Guardia di Finanza a contrasto dei più gravi illeciti e delle infiltrazioni del malaffare nel tessuto economico sano.

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