Approvato il piano strategico d’Ateneo 2020-2022. Sedici obiettivi e quattro dimensioni: qualità, innovazione, internazionalizzazione e relazione.
Confermato il numero sostenibile e programmato per salvaguardare lo studente e la qualità dell’offerta. Al via i test per le pre-iscrizioni.
Bergamo, 4 febbraio 2020 – Persona, società, tecnologia. Questi i tratti che definiranno le scelte dell’Università degli studi di Bergamo nel prossimo triennio secondo il Piano Strategico d’Ateneo 2020/’22 approvato questa sera in via definitiva dal suo Consiglio di Amministrazione, in seguito al parere positivo del Senato Accademico.
«La persona è al centro dell’operato dell’Ateneo», dichiara il rettore Remo Morzenti Pellegrini, «e ogni azione deve essere volta alla valorizzazione e alla tutela della specificità di ciascun individuo, nonché a favorirne l’operato all’interno della società. In questo processo di scambio Ateneo-società», prosegue il rettore, «la tecnologia è pervasiva: la sua conoscenza e applicazione è parte fondamentale dello sviluppo delle capacità e dello spirito critico di ogni persona, nonché nella comprensione di alcune dinamiche di cambiamento dell’ambiente in cui gli individui operano. Qualità dei propri processi come strumento per rispondere alle esigenze del contesto in cui operiamo; innovazione come elemento permanente della gestione e dimensione critica di ogni attività; internazionalizzazione quale elemento imprescindibile per lo sviluppo delle competenze e la valorizzazione della propria individualità; infine la relazione, interna ed esterna,» conclude il rettore.
Le novità del piano triennale
Il piano triennale 2020-2022 si apre in uno scenario nuovo, difficile da prevedere nella pianificazione dello scorso triennio. Il piano strategico 2017- 2019 era infatti orientato alla crescita e allo sviluppo dell’Ateneo che vedeva in uno dei suoi obiettivi più concreti il raggiungimento entro il 2020 della soglia di 20.000 studenti. Tale risultato è stato raggiunto con 2 anni di anticipo arrivando già nel corso del 2018 a superare la soglia dei 20.000. Tale numero è solo la sintesi di un risultato più ampio e eterogeneo, frutto dello sforzo di tutto l’Ateneo verso l’eccellenza nella didattica, nella ricerca, nella relazione con il territorio e con i partner stranieri. Questo risultato apre uno scenario nuovo per l’Università che vede ora la necessità di rifocalizzare la propria strategia considerando quanto fatto un punto di passaggio e non di arrivo.