I referenti dei distretti dell’Agenzia di Tutela della Salute sono in campo da oltre un mese a fianco dell’Ufficio Sindaci per raccogliere i molteplici bisogni del tanto martoriato territorio bergamasco e cercare di trovare soluzioni, aiutando in particolare le Amministrazioni Locali, stremate dalla quotidiana lotta contro le innumerevoli problematiche che l’attuale emergenza genera.
Bergamo, 2 aprile 2020 – Ecco cosa ha detto Rita Moro, referente del distretto di Bergamo per l’Agenzia di Tutela della Salute: “Da parte dei sindaci riceviamo richieste di tipo informativo o più squisitamente tecnico, ma spesso è assai rilevante l’aspetto umano. Dall’ascolto quotidiano dei cittadini”, ha proseguito Moro, “tocchiamo con mano la tragicità di questi momenti nei quali, di fronte ad un pericolo che incombe minaccioso, non si può sempre stringere a sé le persone più care per supportarle ma, al contrario, bisogna spesso tenerle lontane per proteggerle.”
Personale sanitario Interrompe il contatto con la famiglia per preservarla dal contagio
Sono storie di famiglie che cercano di preservare la salute dei propri anziani riducendo al massimo i contatti, intimando loro di restare reclusi, vivendo in costante allerta temendo per la loro fragile salute. E’ la frustrazione di quanti, a causa di lavori che li espongono al continuo contatto con le altre persone, rinunciano alle esternazioni d’affetto persino nei confronti dei propri figli. Per non parlare di quanti, in prima linea nell’assistere i malati, raccontano di aver scelto di interrompere ogni contatto con la famiglia per preservarne la salute.
Un papà da soccorrere
“Ricevo da un Sindaco la richiesta d’aiuto di una sua concittadina, una figlia in quarantena con la propria famiglia, in pensiero per il padre anziano, da poco vedovo e trasferitosi da solo in un paesino delle nostre valli”, ha raccontato Rita Moro. Proprio perché nuovo del posto, l’uomo non ha ancora riferimenti certi: niente medico curante, niente amici, pochi conoscenti.
“Contatto la figlia, la quale mi racconta che l’anziano genitore l’aveva informata via telefono di essere febbricitante. Immaginatevi la preoccupazione e il senso d’impotenza della donna. Non c’era tempo da perdere”. La referente del distretto ATS attiva tutti i contatti utili sul territorio e, grazie anche all’insostituibile lavoro di squadra con il sindaco del paesino e dei suoi collaboratori, all’anziano genitore vengono garantiti la visita di un medico, per sincerarsi delle sue reali condizioni di salute, e il supporto del volontariato locale per l’approvvigionamento futuro di viveri e di medicinali a domicilio. “L’impegno di professionisti e volontari ha fatto arrivare l’aiuto di una figlia al proprio padre a chilometri di distanza!”, ha affermato Rita Moro.
….e adesso cosa faccio?
“Questa la domanda che non so quante volte mi sono sentita ripetere in questi ultimi giorni. Un quesito che racchiude tutto il senso di smarrimento e di impotenza di chi si trova catapultato in una situazione a cui mai avrebbe pensato di dover far fronte”, continua a raccontare Rita Moro.
Un uomo che aveva appena perso il proprio genitore, sconvolto dal dolore di non essergli stato accanto nei suoi ultimi momenti. Un giovane padre di famiglia smarrito in tanta sofferenza e allo stesso tempo preoccupato di come agire per proteggere gli altri membri della sua famiglia: come provvedere alla propria madre, ormai sola, e come comportarsi con moglie e figli.
“Mi sono resa conto che in quel momento dovevo essere la sua parte razionale. Ho ascoltato il suo racconto, ho chiesto di ricostruire le date degli ultimi contatti con il padre e con la madre e ho cercato di ricostruire un quadro che potesse dare indicazioni su come fosse meglio agire” ha aggiunto la referente del distretto ATS. “Abbiamo condiviso la scelta di isolarsi dai propri familiari, sia lui sia la madre. Ho parlato con la giovane moglie, cercando di rassicurarla per quanto possibile, dandole indicazioni sui comportamenti da tenere per gestire l’isolamento di suo marito. Ho chiesto la collaborazione del Sindaco per supportare la madre in quarantena, con i servizi attivati dal comune per cibo e medicinali. Mi sono sincerata per giorni che tutto procedesse per il meglio, conscia di quanto in quel momento fosse importante offrire una presenza, un sostegno: attraverso il mio lavoro ho potuto testimoniare l’impegno dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo e quanto sia vero il fatto che in ATS non abbandoniamo nessuno,” ha concluso Rita Moro.
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