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Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie Infettive all’ospedale Sacco di Milano, non è d’accordo sull’apertura delle chiese per la celebrazione delle funzioni religiose, che potrebbero innescare la rapida diffusione del contagio covid-19.

 

 

Milano, 29 aprile 2020 – Le messe sarebbero pericolose per la diffusione del contagio, secondo il virologo, sarebbe come andare allo stadio. “Non si può in questo momento consentire la libertà di culto”, ha spiegato Galli. “Lo dico da laico e ateo, ma con un profondo rispetto verso le sensibilità altrui. Sto dicendo che qui mi pare che si giri un interruttore: non si può passare da tutto chiuso a tutto aperto in pochi giorni. La fase 2 prevede un lento e graduale ritorno all’attività” ha proseguito il virologo, “non è possibile riprendere immediatamente tutti i comparti sociali e produttivi.”

Il parere dei Vescovi della CEI e quello del Papa

Qualche giorno fa i vescovi della CEI hanno presentato un ricorso al Governo con cui lo accusano di non volere autorizzare la libertà di culto, ma Papa Francesco ha sconfessato la Conferenza episcopale italiana, sostenendo la linea del Governo Conte, dicendo: “Prudenza e obbedienza alle disposizioni governative.”

Le Chiese, però, potrebbero aprire per la celebrazione delle Messe dal prossimo 10 maggio.

Su tale ipotesi però Massimo Galli non sarebbe d’accordo, in quanto ritiene che sia troppo presto per riaprire tutto e aggiunge: “la messa, seppur distanziata, crea momenti di concentrazione di persone che non possono essere paragonati per la qualità dell’esigenza a una partita di calcio o un concerto. Ma come qualità del pericolo sì. Sono uguali. È una questione di grande delicatezza.”

Secondo Galli se il devoto si trova ricoverato in ospedale e non può recarsi in chiesa, viene giustificato, sullo stesso piano dovrebbero trovarsi i fedeli sottoposti a forte rischio di contagio nelle funzioni religiose.

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