E’ in corso, su 200 pazienti bergamaschi, il telemonitoraggio, servizio di controllo a distanza previsto da Regione Lombardia, nella fase 2 del coronavirus, gestito attraverso un’apposita piattaforma e una centrale operativa di supporto.
Bergamo, 17 maggio 2020 – La telesorveglianza vede l’importante collaborazione dei medici di famiglia, tanto che è stata avviata da 188 di loro (circa il 30% dei medici di famiglia titolari) tramite le apposite piattaforme. In 40 hanno aderito alla piattaforma regionale, mentre 148 utilizzano piattaforme di Cooperativa.
I destinatari della telesorveglianza
Destinatari del servizio sono, al momento, i pazienti Covid dimessi dall’ospedale, i pazienti Covid in quarantena, i pazienti sospetti Covid in isolamento domiciliare e i pazienti ad alto rischio di vita in caso di infezione da Covid. Le Cooperative di medici coinvolte sono IML, InSalute e Medi.co.
“Il telemonitoraggio assume un interesse ancora maggiore a seguito della pubblicazione, pochi giorni fa, della delibera regionale 3114 sull’Attività di sorveglianza nella fase 2”, spiega Marco Cremaschini (in foto) del Dipartimento di Cure Primarie di ATS Bergamo, “che prevede proprio il monitoraggio dei casi (sospetti o accertati) e dei contatti da parte dei Medici di Assistenza Primaria. Il telemonitoraggio consente di effettuare la sorveglianza delle condizioni cliniche del paziente attraverso chiamate telefoniche periodiche”, prosegue Cremaschini, “generalmente quotidiane, da parte di operatori della Centrale operativa e il monitoraggio di alcuni parametri che vengono rilevati mediante specifici dispositivi (termometro, sfigmomanometro, pulsossimetro, spirometro) che vengono forniti al paziente.”
Programmazione della tipologia del monitoraggio
Il servizio può essere attivato da un medico di assistenza primaria aderente a una piattaforma riconosciuta da Regione Lombardia, che può programmare la tipologia del monitoraggio, la frequenza delle rilevazioni e le soglie superate le quali il medico riceve notifiche di allerta.
“Il telemonitoraggio è un aiuto per il medico e un’opportunità per il paziente”, aggiunge Cremaschini, “e risponde anche alla necessità di tutelare la sicurezza e la salute del personale sanitario e socio-sanitario riducendo le occasioni di contatto pur mantenendo elevata la qualità dell’assistenza”, conclude il medico dell’ATS.
Progetto Regionale di Presa in carico della cronicità
A Bergamo sono attualmente attive, oltre alla piattaforma regionale, altre due piattaforme gestite da Cooperative di medici di famiglia già operanti nell’ambito del Progetto Regionale di Presa in carico della cronicità.