È stato presentato questa mattina il “Rapporto AlmaLaurea 2020” sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati nel 2019 presso le 76 Università aderenti al Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.
Roma, 11 giugno 2020 – La presentazione, avvenuta in streaming dalla sede del Ministero dell’Università e della Ricerca alla presenza del Ministro Gaetano Manfredi, ha visto la partecipazione da remoto anche di Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università degli studi di Bergamo,del presidente di Almalaurea Ivano Dionigi e del direttore di AlmaLaurea, Marina Timoteo.
Proprio verso l’Università di Bergamo il Ministro Manfredi ha espresso la sua solidarietà ringraziando per il ruolo che l’Ateneo ha svolto come ‘presidio dello Stato’ sul territorio in un momento tragico ( l’evento si sarebbe dovuto svolgere il 4 giugno nel capoluogo orobico) rappresentando l’orgoglio del sistema universitario italiano.
XXII Rapporto AlmaLaurea 2020 sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati. Il Ministro Manfredi esprime solidarietà per Bergamo.
“A tutta la comunità di Bergamo va la mia solidarietà e ringraziamento all’università che in un momento di straordinaria difficoltà è stata capace di essere presidio dello stato su quel territorio e punto di riferimento per le giovani generazioni, in un clima di grande tragedia sociale, rappresentando l’orgoglio del sistema universitario italiano”. Queste le parole del Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi (in foto) in apertura della presentazione, questa mattina in diretta video, del XXII Rapporto AlmaLaurea 2020 sul profilo e la condizione occupazionale dei laureati presso le 76 Università aderenti al Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea.
Rapporto 2020 risultato dallo studio condotto su oltre 290mila laureati
Il Rapporto 2020 è il risultato dello studio condotto su oltre 290mila laureati del 2019, e la condizione occupazionale che riguarda circa 650mila laureati rispetto ai risultati raggiunti nei mercati del lavoro di Italia, Europa e resto del mondo dai laureati nel 2018, 2016 e 2014, intervistati rispettivamente a 1, 3 e 5 anni dal conseguimento del titolo.
“Laurearsi conviene” , ha affermato il presidente di AlmaLaurea Ivano Dionigi (in foto),“Chi possiede una laurea, rispetto a un diplomato, ha più possibilità occupazionali (+13%) e una maggior retribuzione (+39%). Quello dei giovani laureati è il problema cruciame del Paese: solo il 40% dei 19enni su iscrive all’università e l’Italia è penultima in Europa per numero di laureati (prima della Romania) con il 27,8% rispetto al 40,7% della media europea.”
Anche quest’anno l’Università di Bergamo si posiziona sopra la media degli Atenei italiani sia rispetto al profilo che al tasso di occupazione.
I numeri dei laureati dell’Università di Bergamo
I laureati nel 2019 dell’Università degli studi di Bergamo coinvolti nell’indagine sono 3.761, di cui 2.579 di primo livello, 1.084 magistrali biennali e 98 a ciclo unico. Di questi sono state raccolte informazioni per creare il profilo degli studenti “tipo” dell’ateneo e il livello di soddisfazione dell’esperienza universitaria. L’età media alla laurea è 25,3 anni per il complesso dei laureati, il 65,8% termina l’università in corso con un voto medio di laurea di 99,5 su 110. Il 92,7% degli studenti è soddisfatto dell’esperienza considerando il rapporto con i docenti, il carico di studi e l’adeguatezza delle aule.
L’Indagine sulla condizione occupazionale invece ha riguardato complessivamente 5.361 laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2018 e usciti nel 2014 dall’Università di Bergamo. Dal rapporto si stima che su 2.304 laureati triennali del 2018 contattati dopo un anno dal titolo, l’82,5% (media nazionale 74,1%) di loro abbia un’occupazione a fronte dell’8,6% ancora alla ricerca. Dei giovani ragazzi uscenti dai primi tre anni di studio universitario il 40% ha iniziato a lavorare dopo il conseguimento del titolo.
La percentuale degli occupati aumenta e raggiunge l’84,0% se si analizzano i dati dei laureati di secondo livello del 2018 a un anno dal conseguimento del titolo, dato che arriva al 91,9% (media nazionale 86,8%) per i laureati del 2014 di secondo livello, cioè a distanza di cinque anni dall’uscita universitaria.
“Anche quest’anno il nostro Ateneo si distingue nel panorama nazionale posizionandosi, sul piano occupazionale, sopra la media”, sottolinea il rettore Remo Morzenti Pellegrini (in foto). “Si rivela quindi funzionale e al passo con i tempi la scelta di attivare piani di studio con una buona componente pratica, sviluppata in forte sinergia con il territorio, e finalizzati alla creazione di nuove figure professionali. Ottime soddisfazioni che si vanno ad aggiungere a quelle maturate in questi mesi. Proprio domani terminano, con il tutto esaurito, le prime sessioni del TOLC@CASA svolti dall’Università di Bergamo in collaborazione con CISIA che hanno permesso ai nostri studenti di partecipare alle selezioni per i corsi di laurea che prevedono i test d’ingresso. Ottima la partecipazione anche alle diverse edizioni degli Open Days Digitali Unibg”, prosegue Morzenti Pellegrini, “dedicate ai Corsi di studio triennali e quinquennali. Alle 1900 presenze registrate alla prima edizione, realizzata nell’aprile scorso da parte degli studenti della scuola secondaria superiore si aggiungono ora le 4000 visualizzazioni del mese di maggio. Agli Open Days Digitali dedicati ai Corsi di studio magistrali si sono aggiunti i più di 900 studenti che hanno partecipato agli Open Day tra il 9 e l’11 giugno,” conclude il rettore.
Appuntamento alla prossima edizione, che, il Ministro Manfredi e il presidente Ivano Dionigi, si sono impegnati a tenere nel 2021 a Bergamo.
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