Nella foto: la 60enne paziente ucraina insieme al figlio
La paziente, operata con la tecnica “Frozen elephant trunk” che ne ha permesso la sostituzione dell’intero arco aortico, è in buone condizioni di salute. L’operazione è stata eseguita dal cardiochirurgo Samuele Bichi del Papa Giovanni XXIII, prima dell’emergenza sanitaria covid-19, nel maggiore Istituto clinico e di ricerca di Kiev dedicato alla Cardiochirurgia vascolare. Bichi è referente per l’attività cardiochirurgica con tecniche mininvasive e della correzione ibrida delle patologie dell’aorta toracica per l’Unità di Cardiochirurgia dell’Ospedale di Bergamo.
Bergamo, 30 giugno 2020 – Era affetta da dissezione cronica dell’arco aortico, la donna di circa 60 anni che – per la prima volta in Ucraina – è stata operata con la tecnica “Frozen elephant trunk” in uso nei principali centri cardiochirurgici mondiali per il trattamento radicale delle patologie dell’arco aortico. L’intervento è stato eseguito ad inizio febbraio, quando ancora la pandemia non aveva colpito il nostro Paese né l’Ucraina. In questi giorni, dai colleghi ucraini che stanno seguendo il decorso clinico della donna, è arrivata la conferma che non si sono presentate complicanze e che la paziente è in buone condizioni di salute.
Il cardiochirurgo del Papa Giovanni ha fatto scuola ai colleghi all’ospedale di Kiev
A ricevere l’invito dell’Istituto nazionale di Cardiochirurgia vascolare N.M. Amosov per mostrare l’esecuzione di questo complesso intervento è stato il cardiochirurgo 46enne Samuele Bichi, originario di Siena, in forza al team cardiochirurgico dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII. Presenti numerosi colleghi di Kiev che hanno approfittato dell’occasione per apprendere la tecnica e prepararsi a replicarla.
A dare la notizia era stato lo stesso Ospedale ucraino. “Il 6 febbraio 2020 entrerà nella storia della cardiochirurgia ucraina”, si legge nel comunicato pubblicato sul sito ufficiale del centro clinico di Kiev. “Con l’aiuto del collega di Bergamo (Italia), il dottor Samuel Bichi, abbiamo eseguito la prima operazione in Ucraina in un solo passaggio per correggere la patologia dell’aorta ascendente, arco e toracica discendente usando il metodo ‘Frozen Elephant Trunk’.”
La tecnica chirurgica denominata a “proboscide di elefante”
Inventata in Germania, la tecnica prevede l’utilizzo di una protesi speciale che ricorda la forma della proboscide di un elefante. Questa speciale tecnica permette di trattare gli aneurismi dell’arto aortico e patologie come la dissecazione aortica. La sua esecuzione permette di ridurre i rischi di mortalità del paziente derivanti dalle due distinte fasi previste dalla precedente metodica: sostituzione dell’arco aortico e, in un secondo tempo, trattamento dell’aorta toracica discendente.
Tecnica chirurgica introdotta in Italia dall’Ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna
La metodica ha destato un certo interesse in Italia dopo la sua introduzione per opera dei cardiochirurghi dell’Ospedale S. Orsola-Malpighi di Bologna, che in un loro studio del 2013 hanno riportato l’esperienza di sei anni di pratica clinica. Da allora, anche grazie all’evoluzione dei dispositivi protesici utilizzati, la tecnica si è molto affinata. La Cardiochirurgia dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, diretta da Maurizio Merlo, ha introdotto la metodica da diversi anni per il trattamento delle patologie dell’arco aortico.
“Ho ricevuto un’accoglienza straordinaria da parte dei colleghi dell’Istituto Amosov”, ha commentato Samuele Bichi (in foto), “desiderosi di apprendere questa tecnica per loro innovativa e di mostrarmi l’attività che portano avanti a Kiev in campo cardiovascolare. Anche dopo il mio rientro i colleghi ucraini mi hanno tenuto aggiornato sull’evoluzione del quadro clinico della paziente”, ha proseguito Bichi. “Poco tempo dopo le dimissioni della donna, anche l’Ucraina è stata colpita dall’emergenza del coronavirus. Stando alle ultime notizie, ricevute solo pochi giorni fa dopo l’ultima visita di controllo, il decorso clinico della donna è positivo. La paziente è in buone condizioni di salute”, ha concluso il cardiochirurgo.
Nella foto: Kiev (Ucraina) l’Istituto nazionale di Cardiochirurgia “Nikolay Amosov”
L’Istituto nazionale di Cardiochirurgia vascolare dedicato al celebre cardiochirurgo sovietico Nikolay Amosov è il centro leader per la cardiochirurgia in Ucraina. Centro medico di alto livello, sia per la clinica che per la ricerca, sede di 6 Facoltà di Medicina, l’istituto ha in attivo più di 200.000 interventi effettuati nel corso di 60 anni di attività. A Kiev vengono trattati sia casi pediatrici che adulti per un totale di circa 7000 pazienti ogni anno. Il volume di attività è di tutto rispetto: dichiara circa 40000 consulenze, 5000 operazioni di cardiochirurgia maggiore e circa 3000 interventi di cardiologia invasiva, inclusi interventi in urgenza, cardiologia e cardiochirurgia ostetrica, endovascolare e mininvasiva.
Ora la realizzazione dell’intervento apre nuove prospettive per la pratica clinica di questo grande paese dell’Est europa. “L’esperienza di successo nel trattamento della
patologia aortica complessa utilizzando un approccio ibrido a passo singolo all’avanguardia in Europa (la chirurgia del “frozen elephant trunk”) – si legge nel comunicato ufficiale dell’Ospedale ucraino – il supporto e la stretta collaborazione con i principali specialisti europei in questo campo, consentiranno ai medici dell’Istituto di raggiungere un nuovo livello di trattamento per questa complicata patologia e di salvare ancora più cittadini ucraini.”