Lukashenko non è stato riconosciuto presidente della Bielorussia dalla risoluzione del Paramento europeo (con l’astensione di alcuni membri tra cui la Lega) che ha decretato la ferma condanna nei suoi confronti per brogli elettorali e violente repressioni, messe in atto dalla polizia mascherata contro i manifestanti a Minsk.
Bruxelles, 20 settembre 2020 – Alexander Lukashenko, presidente bielorusso, è stato condannato dal Parlamento europeo per le violente repressioni messe in atto dalla polizia nei confronti dei manifestanti e, nel contempo, ha chiesto sanzioni contro di lui per brogli elettorali.
Infatti, il Pe ha respinto i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali “fittizie” che si sono svolte in Bielorussia, lo scorso 8 agosto, con nette violazione di tutti gli standard elettorali riconosciuti a livello internazionale.
La Lega si è astenuta dalla votazione
La risoluzione adottata venerdì scorso dal Pe ha visto 574 sì, 37 no e 82 astensioni, tra cui la Lega. Il mandato presidenziale del leader autoritario bielorusso uscente scadrà il prossimo 5 novembre, ma il Parlamento non lo riconoscerà più come presidente del Paese.
Il patto con il leader russo Vladimir Putin
Alexander Lukashenko ha stretto un patto con Vladimir Putin, presidente russo, il cui esercito potrebbe intervenire a supporto del presidente bielorusso in caso di gravi disordini. Quest’ultimo ha inoltre stabilito di chiudere le frontiere con l’Ucraina e la Polonia lasciando aperte solo quelle con la Russia.