SHARE

Piazza Vittorio Veneto e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII ospiteranno dal 16 ottobre all’8 novembre, nell’ambito dell’edizione 2020 di Fotografica. Festival di Fotografia Bergamo – promossa dall’Associazione Fotografica, in collaborazione con il Comune di Bergamo e con il sostegno di Fondazione Creberg – una selezione di scatti dell’agenzia milanese Parallelozero. Scorci di vita quotidiana durante il lockdown e omaggio all’impegno del personale medico nella lotta al Covid – 19.

Bergamo, ottobre 2020 Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che le vite delle persone sarebbero cambiate in un istante. La pandemia degli scorsi mesi, che ancora oggi viene affrontata con un misto di fatalismo, incredulità e desiderio di andare avanti, ha rimesso in discussione tutto. Ha fatto capire quanto tutto sia labile, quanto gli equilibri che si erano creati fossero fragili. Si è fermato tutto, attimi di un’esistenza cristallizzata in un mondo che ha dovuto fermare il suo moto perpetuo per affrontare un “nemico invisibile”, ma reale più che mai, che ha messo l’umanità letteralmente in ginocchio.

In questo scenario le persone hanno trovato la forza di rialzarsi, di lottare, di tenersi stretta quella vita che, seppur devastata, seppur a pezzi, rimane sempre la cosa più preziosa. Per non dimenticare, per dare voce a tale tragedia mondiale, l’agenzia milanese Parallelozero, nei mesi di lockdown, ha realizzato CoviDiaries”, un progetto narrativo fatto di storie, fotografie e film che, come un diario, raccontano le esistenze della gente durante quel trimestre tragico da febbraio ad aprile di quest’anno.

Dal 16 ottobre all’8 novembre, in occasione di un’edizione speciale di Fotografica – promossa dall’Associazione Fotografica in collaborazione con l’Amministrazione comunale – una selezione di quegli scatti sarà esposta a Bergamo, città italiana tra le più colpite dalla pandemia, in due location simbolo di questo 2020: Piazza Vittorio Veneto, cuore pulsante del capoluogo lombardo, e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII, emblema nazionale della lotta al Covid-19. 

Un’edizione eccezionale rispetto alle due precedenti, ma necessaria, come racconta Daniela Sonzogni (in foto), presidente dell’Associazione Fotografica: “Avevamo lavorato alla terza edizione con la consueta passione. Ma gli accadimenti di quest’anno ci hanno spinto a posticipare il tradizionale appuntamento biennale al 2021.  Al contempo – prosegue – ci sarebbe dispiaciuto non lasciare testimonianza dei momenti drammatici che abbiamo vissuto, soprattutto nella nostra provincia e che ci obbligano ad una profonda riflessione.” “Fotografica nasce per raccontare i grandi fatti di attualità. Non avremmo potuto esimerci – continua la presidente – dal testimoniare attraverso le immagini un evento così dirompente che ha influito sulle vite di tutti noi.

Lo conferma anche Marzia Marchesi (in foto), assessora al Verde pubblico, del Comune di Bergamo, che dichiara: “È importante che Fotografica, benché in edizione speciale, si svolga anche quest’anno caratterizzato dall’emergenza pandemica e dal dolore profondo che ci ha colpito.”

La fotografia – prosegue – è un mezzo per raggiungere un fine: in questa edizione lo scopo è quello di documentare come le persone, davanti a questa tragedia, hanno reagito nei modi più vari e di come le persone hanno cercato di vedere questo periodo non solo come qualcosa di negativo, ma anche come un’opportunità per cambiare.”

Le nostre vite sospese in Piazza Vittorio Veneto (Bergamo) 

Gli oltre trenta scatti dislocati in Piazza Vittorio Veneto narreranno, in ordine cronologico, i giorni vissuti da persone comuni da inizio lockdown ai primi giorni di riapertura del paese, il 3 giugno. Dal 24 febbraio, giorno in cui Milano ha visto i provvedimenti inerenti la movida, passando per le messe in streaming, proseguendo per città come Roma o Venezia che cominciavano a diventare deserte, le fabbriche che chiudevano o convertivano le loro produzioni, al collasso degli ospedali, fino alle lunghe giornate trascorse in casa, alle videochiamate, agli striscioni sui balconi, agli inni dalle finestre, ai corsi online, alla riscoperta di se stessi. Poi c’erano le nuove vite che venivano al mondo, il riappropriarsi di una realtà che vedeva il susseguirsi delle stagioni da una stanza e una natura che si riprendeva i propri spazi. 

Ci sono poi quelli dall’Associazione Fotografica che cercano di dare un senso a tutto questo. Un racconto che colpisce come un pugno nello stomaco perché è reale, perché appartiene a tutti, perché è vicino.

Faccia a faccia con il virus all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

Ci sono poi i sedici scatti che ritraggono i reparti di terapia intensiva, i ‘sopravvissuti’ e il personale medico bergamasco, immortalato durante le estenuanti giornate lavorative di quei giorni: una selezione che sarà ospitata sotto la grande pergola esterna all’ingresso principale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, un’installazione rinominata costellazione del Caduceo. Questo spazio diventerà infatti una grande volta celeste, nella quale le foto verranno disposte a creare la cosiddetta costellazione del medico: sei grandi stelle che formano una freccia. Un nastro dorato con affisse le immagini ne traccerà i punti cardine.

Sacrificio, dedizione e responsabilità del personale sanitario

Un omaggio al lavoro dei tanti operatori sanitari che, nonostante turni massacranti, giornate infinite e un virus che ancora oggi non desiste, non hanno mai smesso di impegnarsi nella lotta al Covid-19 e l’hanno affrontato con dedizione, sacrificio e grandissima responsabilità. Eroi contemporanei a cui dobbiamo tutti molto. Un album di immagini vere. Un diario che raccoglie i frame di un capitolo della nostra storia che non deve essere scordato.

Le vite degli altri non sono mai sembrate tanto uguali a quelle degli altri, mai come ora. “Abbiamo accolto con piacere la proposta di ospitare all’esterno dell’Ospedale una mostra – ha dichiarato Maria Beatrice Stasi (in foto), direttrice generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII – per non dimenticare il dramma dell’emergenza sanitaria e il grande impegno degli operatori della sanità.”

Ci ha suggestionato l’idea del tracciato – ha continuato – che riproduce, unendo le immagini, una costellazione a forma di freccia. Nei momenti difficili siamo tutti in cerca di riferimenti che permettano di orientarsi, proprio come le costellazioni.”

I punti fermi che ci sentiamo di raccomandare a tutti – ha aggiunto – sono la prudenza, il rispetto delle norme anticontagio, la mascherina e il distanziamento tra persone. È il modo migliore per tutelare se stessi e i propri cari e per rispettare il lavoro di chi in quei terribili giorni, ma non solo, è stato impegnato a salvare vite umane,” ha concluso la direttrice generale.

LASCIA UN COMMENTO