Rapporto sull’andamento del mercato del lavoro nella Bergamasca: le assunzioni di dipendenti nel mese di ottobre tornano a crescere (+8,1%) su base annua dopo sette mesi consecutivi in flessione, ma si tratta di incarichi nelle scuole, a tempo determinato, per l’emergenza Covid. Le cessazioni sono poco al di sotto (-1,6%) dei livelli di un anno fa.
Bergamo, 2 dicembre 2020 – Il bilancio del mese, redatto dalla Provincia di Bergamo, è positivo e superiore al corrispondente valore del precedente anno, ma, come già nel mese scorso, l’incremento delle assunzioni è in larga misura dovuto al picco stagionale degli incarichi a tempo determinato nella scuola, quest’anno notevolmente amplificato rispetto al passato dalle “supplenze Covid” introdotte con risorse finanziarie specifiche per fronteggiare l’emergenza coronavirus e il suo impatto sulla didattica.
Aumentano gli incarichi nelle scuole, a tempo determinato
Le 15.342 assunzioni (contro le 14.197 a ottobre dell’anno scorso) e le 11.176 cessazioni (11.357 nell’ottobre 2019) generano un saldo positivo di 4.166 posizioni – superiore al corrispondente dato dell’anno precedente (2.840). Il solo settore istruzione registra un saldo positivo per 2.601 posizioni (contro le 920 dell’ottobre 2019). La variazione assoluta degli ultimi 12 mesi, che minimizza le fluttuazioni stagionali, si porta a ottobre a quota -1.177, in risalita sul livello minimo collocabile a fine giugno (-4.736). La ripresa delle assunzioni è trainata dai contratti a tempo determinato (+15%) e in somministrazione (+14,7%) e, a livello macrosettoriale, dal commercio e servizi (+15,6%, istruzione inclusa) e dall’agricoltura (+2,6%). Prima lieve battuta d’arresto per le assunzioni nell’edilizia (-3,3%); calo, in relativo miglioramento sui mesi precedenti, nell’industria (-8,3%).
Dati positivi in agricoltura e costruzioni
La tendenza settoriale è meglio rappresentata dalla variazione assoluta su base annua dei dipendenti: i valori a ottobre restano positivi per agricoltura (+213) e costruzioni (+1.230), negativi nell’industria (-2.336). Peggiorano i dati servizi alloggio, ristorazione e commercio Nel restante composito mondo dei servizi il risultato, negativo ma in recupero (-282) sui mesi precedenti, muta sensibilmente se si escludono l’istruzione (+1.657), a prevalenza pubblica, e il lavoro domestico (+1.612) a carico delle famiglie; in specifico torna a peggiorare nei servizi di alloggio e ristorazione (-1.458), nel commercio (-373), nel trasporto e magazzinaggio (-400), nelle attività di intrattenimento, nel settore finanziario e negli altri servizi. Si riduce nei servizi operativi alle imprese (-50) e nell’insieme di sanità e assistenza sociale (-132). Tengono le attività professionali e immobiliari, crescono, ma con valori assoluti modesti, i servizi di informazione e comunicazione. Lo scenario degli ultimi due mesi del 2020, con le restrizioni di attività e mobilità adottate a novembre e tuttora vigenti, resta critico.