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L’accesso ai reparti  è consentito ai volontari delle associazioni che collaborano con il Papa Giovanni XXIII, ma solo con ‘green pass’ che attesti il completamento, da almeno 10 giorni, delle due dosi vaccinali anti Covid-19. 

Nella foto: un momento dell’intervento del d.g. Maria Beatrice Stasi all’auditorium “L. Parenzan”.

Bergamo, 29 maggio 2021 – Non è possibile, però,  al momento, l’accesso alle singole stanze, a stretto contatto con il paziente. Sono queste le principali regole che permetteranno ai volontari di ritornare all’attività in presenza. Le novità sono state illustrate nella mattinata di ieri, all’auditorium “L. Parenzan” dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII,  davanti a una rappresentanza dei circa 500 volontari e soci delle 48 associazioni che collaborano con l’Ospedale cittadino.  

Fornite istruzioni sulla sicurezza ai volontari 

La parola d’ordine per la ripartenza è ‘sicurezza’. Ai volontari sono stati forniti istruzioni sul corretto utilizzo dei Dispositivi di protezione individuale (DPI), informazioni sulla modalità di diffusione delle infezioni in ambiente ospedaliero e sulle relative misure di comportamento da adottare come misura di prevenzione. A seguire è stata data parola alle associazioni che hanno espresso entusiasmo, voglia di ricominciare, richieste di spiegazione su come uniformarsi alle norme che consentono l’accesso. Diversi interventi hanno sottolineato soddisfazione per le misure prese dal Papa Giovanni e per la decisione di ripartire nel quadro delle nuove regole.  

Attività di volontariato molto varia ed eterogenea 

Le nuove regole definiscono il quadro condiviso in cui troverà spazio l’assistenza dei volontari ai pazienti ricoverati e assistiti al Papa Giovanni. Si gettano le basi per una ripresa in presenza di attività che, per 15 mesi, avevano dovuto reinventarsi, in modalità virtuale e a distanza, a causa dell’emergenza Covid-19. Le associazioni ricoprono una funzione fondamentale per l’Ospedale e i suoi assistiti. L’attività dei volontari è molto varia ed eterogenea a seconda della ‘mission’ dell’associazione stessa. Si va dall’area ludica e ricreativa, a quella educativa, di orientamento, di sostegno pratico e concreto al paziente per arrivare, in alcuni casi, ad un supporto indiretto alla stessa attività clinica. 

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