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Si sta svolgendo a Roma la causa civile sulle 520 vittime covid della Bergamasca, che va di pari passo a quella penale che si svolgerà a Bergamo.

Bergamo, 8 luglio 2021 – E’ iniziata giovedì scorso, a Roma, la causa civile delle 520 vittime del covid nella Bergamasca, i cui legali hanno chiesto, allo Stato italiano, 100 milioni di Euro come risarcimento per l’impegno blando con cui le istituzioni hanno gestito la prima ondata della pandemia nella Bergamasca.

Le istituzioni accusate

In particolare l’accusa è rivolta a Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio; al ministro della Salute, Roberto Speranza, e ad Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, che dovranno rispondere di negligenzanella gestione della crisi sanitaria,che ha causato 520 vittime, in modo particolare, per mancata fornitura di DPI (dispositivi di protezione individuali) al personale sanitario costretto a visitare persone colpite dal Covid-19 a mani nude e senza mascherina, infatti sono state 324 le vittime tra i camici bianchi in tutta Italia di cui 65 in pensione.

Piano pandemico dell’OMS obsoleto

Oltre a ciò, i medici di famiglia e quelli che operavano nei nosocomi, sono stati colti alla sprovvista dalla terribile pandemia, in quanto le linee guida ministeriali, dettate dal piano pandemico dell’OMS, erano vecchie più di dieci anni.

La Bergamasca fu la provincia lombarda più colpita

Alla fine di marzo 2020, periodo clou della prima ondata, sono state parecchie le persone che sono decedute perché i medici non sapevano come curarli o perché gli ospedali, come il Papa Giovanni XXIII, erano strapieni di malati di covid. La Bergamasca fu la provincia lombarda più colpita nel corso della prima ondata, infatti le bare dei cadaveri furono trasportate dai camion militari verso i forni crematori di altre città lombarde in quanto quelli locali erano severamente congestionati.

Il legale rappresentante dei familiari delle vittime

I familiari delle vittime sono rappresentati da una avvocatessa bergamasca, Consulelo Locati (nella foto), che ha raccolto – in non pochi faldoni – documenti, ricostruzioni, testimonianze, inchieste giornalistiche e indagini legali degli avvenimenti accaduti nel corso della prima ondata di epidemia nella Bergamasca per sostenere la causa.

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