Verrà offerto gratis anche per i maschi, a Torino, il vaccino contro il papilloma virus che provoca tumori.
La notizia è uscita dal Congresso Europeo di Ginecologia tenutosi al Teatro Regio di Torino: il farmaco, contro 9 tipi di infezione virale, dal 2017 verrà offerto a maschi e femmine, a partire dai 9 anni. Anche gli uomini possono vaccinarsi contro il papilloma virus per prevenire tumori che possono interessare il cavo orale e gli organi genitali. Il vaccino arriverà in Italia nei prossimi mesi, una prevenzione che consentirà di contrastare il 94 per cento dei casi di tumori correlati al virus e per la prima volta sarà proposto anche alla popolazione maschile. La notizia, come anzidetto, è arrivata dal Teatro Regio di Torino, dove si è aperto l’XI congresso dell’European College for the study of vulval disease (Ecsvd), una società multidisciplinare che coinvolge ginecologi, patologi, urologi, dermatologi, chirurgi plastici e che si occupa della patologia del basso tratto ano-uro-genitale femminile. Il vaccino è “nonavalente”, ovvero capace di coprire nove tipi di virus. “Con il nuovo piano vaccinale del 2017 sarà consigliato anche ai maschi a partire dai nove anni – spiega Fabrizio Bogliatto – presidente di Ecsvd, ginecologo all’Asl Torino 4. La vaccinazione non ha effetti collaterali – continua il medico – che possano preoccupare e permette di ridurre l’incidenza di tutte le neoplasie correlate all’infezione da Hpv. Sarà l’arma che permetterà di sconfiggere non solo i tumori genitali ma anche quelli del cavo orale, la cui incidenza sta aumentando drammaticamente”. L’Hpv è un virus presente nel 30-40 per cento della popolazione di entrambi i sessi. Tre persone su dieci sulla popolazione in età fertile hanno contratto l’Hpv, che per fortuna evolve in tumore in rari casi. Su 40mila donne che hanno Hpv, solo 8 di loro svilupperanno un tumore del collo dell’utero. Finora il vaccino, anche in questo caso facoltativo, era indirizzato solo alle bambine attorno ai 12 anni. “Fino a dicembre – prosegue il ginecologo- chi vuole sottoporsi al vaccino paga una quota di 36 euro, mentre da gennaio sarà inserito nel piano vaccinale e quindi totalmente a carico del servizio sanitario. La prevenzione a lungo termine – conclude – comporta un grande risparmio per la sanità”. Al congresso hanno partecipano oltre 200 medici provenienti da 26 Paesi, tre giorni di lavoro con lo scopo di confrontarsi sugli ultimi studi clinici e chirurgici per il benessere femminile e non solo.