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“Politica tutta, Regione Lombardia e Comune di Milano salvino  il Pio Albergo Trivulzio”. È  l’appello lanciato da Anaao-Assomed Lombardia.

Milano, 11 aprile 2023 – Il più rappresentativo sindacato della dirigenza sanitaria pone l’attenzione sul caso del Pio Albergo Trivulzio, chiedendo un immediato cambio di rotta per risolvere non solo le criticità finanziarie, ma anche di gestione sanitaria e sociosanitaria.

 Le difficoltà del Pio Albergo Trivulzio

In questi mesi e, in particolare, nel corso della Commissione Casa del Comune di Milano dello scorso 29 marzo, si è parlato molto del Pio Albergo Trivulzio e delle sue enormi difficoltà di bilancio. Se l’alienazione di terreni e immobili è prassi ormai consolidata, gli avvenimenti degli ultimi mesi sarebbero sintomo, secondo Anaao-Assomed Lombardia, del malfunzionamento della gestione di una delle istituzioni più care ai milanesi.

Criticità  finanziarie e di gestione

Il sindacato, che ha a cuore l’occupazione di tutti i medici della casa di riposo meneghina, nonché la qualità del servizio erogato ai suoi pazienti, ritiene che, attualmente, la situazione dell’Istituto sia critica non solo dal punto di vista finanziario, ma anche da quello della gestione sanitaria e sociosanitaria.

Problemi di cattiva gestione della direzione generale

Spesso le scelte fatte dal Direttore Generale e dalla sua ristretta cerchia di collaboratori hanno provocato enormi problemi ai medici operanti al PAT, problemi certamente esacerbati in relazione allo scoppio della pandemia. Se la prima ondata ha preso generalmente alla sprovvista il sistema sanitario e sociosanitario nazionale, durante il lungo periodo che è seguito a questa prima fase, il Trivulzio ha scelto di trincerarsi nel tentativo di evitare ogni infezione, ma l’ha fatto chiudendo reparti, ambulatori, posti di RSA e riducendo, in pratica, l’attività più di altri enti con mission simile a quella della struttura in questione.

Visita alla struttura del CPT del Consiglio europeo

Per gli ospiti delle RSA sono state disposte restrizioni aggiuntive a quelle imposte dal Ministero, che sono state di recente severamente stigmatizzate nel rapporto del CPT, organo anti tortura del Consiglio d’Europa che ha visitato la struttura nel marzo 2022: il resoconto fortemente negativo e critico del CPT non solo ha sottolineato le conseguenze nefaste che questa modalità di gestione ha portato alla vita degli ospiti, ma ha evidenziato anche le difficili condizioni di lavoro dello staff medico e infermieristico, decimato dalle dimissioni.

Provvedimenti aggravanti il carico di lavoro dei medici 

Negli ultimi tempi si è assistito all’alleggerimento delle restrizioni e, contemporaneamente, a una progressiva riapertura delle attività e dei posti letto. Provvedimenti sicuramente necessari, ma effettuati con modalità frettolose, improvvisate e coercitive, facendo largo ricorso a personale di cooperative esterne per quanto riguarda il personale infermieristico e assistenziale e andando ad aggravare il carico di lavoro dei pochi medici rimasti. Nel corso di questi anni, infatti, molti membri del personale più esperto hanno dato le dimissioni sia a causa del clima di “caccia alle streghe”, sia per cercare contesti lavorativi in cui poter meglio esprimere le proprie professionalità. Ultimamente vi sono state anche nuove assunzioni che, in più di un caso, hanno portato, a causa del clima e delle condizioni lavorative descritte, alla decisione di abbandonare il PAT senza nemmeno terminare il periodo di prova.

La dichiarazione

Negli ultimi anni – spiega Stefano Magnone (in foto), Segretario Regionale di Anaao-Assomed Lombardia – abbiamo raccolto dai colleghi del PAT le gravi criticità su molte questioni, a cominciare da un pessimo clima di lavoro. A partire dall’insediamento dell’attuale dirigenza, risalente al gennaio 2019, il numero dei procedimenti disciplinari è andato esponenzialmente aumentando, con risultati finali spesso coincidenti con l’archiviazione. In altri casi il procedimento si è concluso con la comminazione di sanzioni di estrema gravità – prosegue – che ci hanno lasciati sconcertati di fronte alla sproporzione delle infrazioni contestate. In alcuni casi il tribunale ha poi revocato tali sanzioni. Calcoliamo che in questi pochi anni siano stati avviati non meno di venticinque procedimenti disciplinari a fronte di un numero di dipendenti, in calo, inizialmente di poco superiore alle sessanta unità: numeri senza precedenti di cui abbiamo chiesto conto, come prevede il contratto nazionale, a Regione Lombardia. Oltre a questo – aggiunge il segretario – i colleghi lamentano una gestione verticistica che ha svilito, umiliato le diverse professionalità del PAT. Di fatto i colleghi vengono convocati dai vertici solo per impartire loro ordini, spesso contraddittori e improvvisati, relativi all’organizzazione del lavoro. Vi sono medici che negli ultimi anni sono stati spostati di reparto anche sei volte, generando di conseguenza enormi difficoltà nel ricostruire le equipe di lavoro e con ricadute sulla qualità dell’assistenza medica ai pazienti. Nel corso degli anni, la Dirigenza si è sempre sottratta alle richieste di dialogo da parte dei sindacati e spesso ha individuato gli esponenti del sindacato quali bersagli dei provvedimenti disciplinari, tanto da far guadagnare al Direttore Generale una condanna per attività antisindacale. Per questi motivi – conclude Stefano Magnone – chiediamo alla politica tutta, alla Regione e al Comune di intervenire: per salvare il Pio Albergo Trivulzio serve un immediato cambio di rotta.”

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