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L’obiettivo è raggiungere quei gruppi di popolazione che più possono trarre beneficio dal vaccino: persone tra i 65 e i 70 anni e malati cronici e fragili di tutte le età. 

Bergamo, 15 settembre 2023 – Ha preso il via nelle Case di Comunità della ASST Papa Giovanni XXIII la campagna vaccinale gratuita contro lo pneumococco, rivolta a due gruppi di pazienti: le persone nate negli anni dal 1952 al 1958 e le persone maggiorenni a rischio di sviluppare conseguenze gravi da una eventuale infezione, a causa della presenza di patologie concomitanti che influenzano l’efficienza del sistema immunitario, come diabete mellito, patologie del sangue, broncopneumopatie croniche, HIV; insufficienza renale, neoplasie e terapie immunosoppressive.

Come accedere alla vaccinazione

Per accedere alla vaccinazione bisogna risiedere nel territorio di competenza della ASST Papa Giovanni XXIII: tutti i comuni degli ambiti della Val Brembana, Val Imagna-Villa d’Almè e i comuni di Bergamo, Gorle, Orio al Serio, Ponteranica, Sorisole e Torre Boldone.

Dove vengono somministrate le vaccinazioni

Le vaccinazioni vengono somministrate nelle Case di Comunità di Borgo Palazzo, Villa d’Almè e Zogno. La prenotazione dell’appuntamento è lasciata al cittadino, che può scegliere la data e l’ora più congeniali collegandosi alla pagina dedicata del sito internet della ASST Papa Giovanni XXIII (all’interno della sezione Servizi territoriali, cliccare sul menu Case di comunità/Distretti e poi scegliere la voce Vaccinazioni, all’interno della quale è presente la sezione specifica Vaccinazione anti-pneumococcica).

Cosa fare il giorno dell’appuntamento

Il giorno dell’appuntamento il cittadino dovrà presentarsi con tessera sanitaria, certificati vaccinali eventualmente in possesso e, se appartenente ad una delle categorie a rischio, con documentazione specialistica che attesti la condizione di fragilità.

La vaccinazione anti-pneumococcica – spiega Giampietro Gregis (in foto), direttore dell’Unità Vaccinazioni e sorveglianza malattie infettive del Papa Giovanni XXIII –è molto efficace nella prevenzione di polmoniti e altre forme invasive di malattia pneumococcica. È una vaccinazione sicura e molto ben tollerata, che consiste in una sola iniezione intramuscolare. Si tratta inoltre di una vaccinazione che basta fare una sola volta nella vita, senza ulteriori richiami. È molto indicata per le persone più a rischio di sviluppare l’infezione, in particolare la popolazione over 65 e i pazienti fragili: chi soffre di malattie croniche o che indeboliscono il sistema immunitario, i portatori di impianti cocleari e chi ha perdite di liquido cerebrospinale.”

I pazienti afferenti alle categorie a rischio

Le categorie di pazienti a rischio alle quali si rivolge la campagna vaccinale: alcolismo cronico; asplenia anatomica o funzionale e candidati alla splenectomia; cardio/pneumo/epatopatie croniche; diabete mellito; emoglobinopatie quali anemia falciforme e talassemia; epatopatie croniche, inclusa la cirrosi epatica e le epatopatie croniche evolutive da alcool; immunodeficienze congenite o acquisite; infezione da HIV; insufficienza renale/surrenalica cronica, sindrome nefrosica; malattie polmonari croniche; neoplasie diffuse; patologie onco-ematologiche (leucemie, linfomi e mieloma multiplo); patologie richiedenti un trattamento immunosoppressivo a lungo termine; portatori di impianto cocleare; soggetti con perdite liquorali da traumi o intervento; trapianto d’organo o di midollo; difetti congeniti e acquisiti del complemento.

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Cos’è lo pneumococco

Lo pneumococco è un batterio molto diffuso appartenente al genere Streptococcus. È la causa più comune di polmonite acquisita in comunità, ma può anche causare altre infezioni, come otite media, meningite, sepsi e artrite settica. Si trova facilmente nel tratto respiratorio superiore (naso e gola) di adulti e bambini, normalmente senza dare alcun disturbo. Si trasmette attraverso l’aria tramite le goccioline di saliva che vengono emesse con starnuti, tosse, o semplicemente parlando. In presenza di condizioni di fragilità aumenta il rischio che i germi si riproducano nel sangue o in altri distretti del corpo dove normalmente non sono presenti, originando forme di infezioni anche gravi. 

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