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E’ stato accertato che l’arte della pittura, fungendo da terapia espressiva, assieme ai farmaci e alla fisioterapia rende la vita del malato di Parkinson e dei suoi familiari più accettabile, in attesa che la ricerca scientifica scopra un farmaco che possa prevenire e curare la malattia stessa.

Bergamo 21 novembre 2017

Si è svolta questa mattina presso l’Azienda per la Tutela della Salute di Bergamo la vernissage dal titolo: “Il Parkinson non ferma la vita” una collettiva di quadri realizzati da pittori “in erba”, affetti dalla sindrome di Parkinson, nel corso delle ore dedicate al laboratorio di acquerello, presso l’Associazione Italiana Parkinsoniani Onlus di Bergamo. Tale manifestazione è stata rivolta ai malati, familiari e amici con lo scopo di creare relazione, accettare e affrontare meglio la malattia.

«L’arte, come si sa – spiega Mara Azzi, direttore di ATS Bergamo – assieme alla fisioterapia e i farmaci aiuta i malati di Parkinson e anche altri malati con patologie psichiatriche a convivere meglio con la malattia. La possibilità di esporre le loro opere rappresenta non solo un modo di aggregazione tra pazienti, amici, parenti e visitatori della mostra – continua Azzi – ma crea in loro gratificazione e un senso di appagamento. Oggi voglio parlare di arte e non di malattia, questa mostra è una cosa bella per loro, ma anche per noi tutti».

«Questa mostra non è solo arte – commenta Renato Bresciani, direttore del dipartimento P.I.P.S.S. di Ats Bergamo ma un arricchimento di chi osserva le opere esposte. Tempo fa, abbiamo formato gruppi di lavoro in Val Seriana, in quanto nella zona sono emersi più casi di malati di Parkinson che in altre zone della bergamasca. Abbiamo organizzato un progetto sul territorio – prosegue Bresciani – aiutando le famiglie, tramite opuscoli e questionari che spiegano la sintomatologia della malattia, ad avvisare per tempo il proprio medico di famiglia su eventuali sintomi sospetti (quando vi sono avvisaglie di tremori) della malattia. Il medico poi provvederà a prescrivere gli accertamenti specialistici. Se diagnosticata prima ci sono più speranze che la malattia si possa curare», conclude.

«quando i pazienti coloravano con gli acquerelli – ammette Laura OrlandiniCoordinatore Laboratorio Artistico “IL Parkinson non ferma la vita!” non badavano ai pensieri brutti. La creatività artistica è un aiuto per i pazienti affetti da questa malattia…».

«Prima d’ora, non avevo mai fatto nessun tipo di questa attività artistica – dichiara Rosalba, paziente e pittrice – il primo impatto mi è sembrato efficace a combattere la solitudine. Il laboratorio di acquerello mi ha dato la possibilità non solo di imparare a dipingere – aggiunge la paziente – ma di fare conoscenza e confrontarmi con altre persone con il mio stesso problema, con cui ho condiviso questa meravigliosa esperienza, grazie a questo progetto».

Questo è il commento di Marco Guido Salvi, presidente dell’Associazione Italiana Parkinsoniani sezione di Bergamo:

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