Celebrato, ieri, all’ospedale Papa Giovanni XXIII, l’88° anniversario della nascita di Avis Comunale di Bergamo. Presentato il progetto “I primi mille giorni di vita.”
Bergamo, 24 febbraio 2024 – Celebrata, ieri, all’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, la ricorrenza dell’88° anniversario dell’Avis Comunale di Bergamo. Ricco il programma delle iniziative, tra cui lo svolgimento dell’Assemblea Ordinaria dei Soci, seguita dalla presentazione del progetto “I primi mille giorni di vita” e, a chiusura della cerimonia, l’intitolazione della “Via Donatori di sangue“, nuovo odonimo del tratto che collega Via Martin Luther King e Via Emanuela Brambilla, a cura dell’Amministrazione Comunale.
Il progetto “I primi mille giorni di vita”
L’Assemblea Ordinaria dei Soci ha poi lasciato spazio alla presentazione del progetto “I primi mille giorni di vita”, finanziato dall’Associazione Nepios ONLUS, sostenuto da Avis Comunale Bergamo attraverso una Borsa di Studio intitolata al Past President “Gianni Civera” e gestito dal reparto Neuropsichiatria Infantile sotto la direzione del Direttore U.O. Dott.ssa Patrizia Stoppa.
Il saluto della Presidente dell’Associazione “Nepios Onlus”, Tullia Vecchi
A seguire, il saluto della Presidente dell’Associazione Nepios Onlus, Tullia Vecchi, la quale ha affermato: “L’obiettivo è avere più risorse nella prima infanzia per permettere di trasformare in senso terapeutico gli interventi di consultazione, sempre più richiesti, per gravi disturbi della relazione e dello sviluppo neuropsichico del bambino e modificare la relazione tra bambino e la sua famiglia”. Dopo ha preso la parola la Dott.ssa Stoppa che ha evidenziato l’importanza di intercettare, approfondire e prendere in carico i sintomi di disagio nei primi mille giorni vita dei bambini, considerati sempre più centrali per la crescita, la salute e il corretto sviluppo fisico e mentale. Appoggiando questa iniziativa, l’Avis Comunale di Bergamo intende impegnarsi ulteriormente nella prevenzione della salute pubblica, attuando il proprio mandato di “operatore della salute.”
Intitolazione di via Donatori di sangue
La giornata si è conclusa con la cerimonia di intitolazione di Via Donatori di sangue nelle immediate vicinanze dell’Ospedale di Bergamo, a cura dell’Amministrazione Comunale e alla presenza dell’Assessore ai Servizi demografici del Comune di Bergamo, Giacomo Angeloni, al quale il Presidente Comana ha rivolto un sentito ringraziamento per aver accolto la richiesta avanzata dall’associazione.
Le dichiarazioni
“88 anni di AVIS Bergamo – ha dichiarato Giacomo Angeloni (in foto) – sono un traguardo di straordinaria importanza. L’Amministrazione lo celebra con l’intitolazione di questa strada che dà valore al gesto del dono inteso come atto libero, reciproco nella capacità di creare relazione di bene tra le parti, fondamentale e costitutivo del vivere comune. Una festa quella di oggi, per tutta la nostra comunità – ha continuato l’Assessore – che esprime, da sempre, un’attitudine quasi innata alla generosità e all’impegno a favore dell’altro.”
“È con profonda gratitudine – ha affermato Francesco Locati (in foto), Direttore Generale ASST Papa Giovanni XXIII – che desidero ringraziare le associazioni Nepios e Avis Comunale Bergamo per il loro prezioso e costante sostegno ai progetti del nostro Ospedale. La loro generosità e il loro impegno costituiscono un tassello fondamentale per garantire la qualità e l’efficacia dei nostri servizi sanitari. Inoltre – ha proseguito Locati – desidero esprimere la riconoscenza dell’ASST Papa Giovanni XXIII e al Comune di Bergamo per aver dedicato una via ai donatori di sangue, un gesto che valorizza, in modo tangibile, l’importanza della donazione e il suo impatto positivo sulle attività di trapianto.”
“La via dei benefattori dell’ospedale – ha aggiunto Simonetta Cesa (in foto), Direttore Socio-Sanitario ASST Papa Giovanni XXIII – insieme alle due vie intitolate a Roberto Failoni, il primo ricevente, e a Emanuela Brambilla, la prima donatrice, simboleggiano un legame profondo tra la comunità e l’Ospedale, che si traduce in vita e speranza. Questa toponomastica non è solo un omaggio – ha continuato Simonetta Cesa – ma un abbraccio ideale che riflette l’essenza stessa della nostra missione: salvare vite e promuovere il benessere della comunità del territorio. Un sentito ringraziamento va a tutte le parti coinvolte nella riuscita di questa cooperazione a beneficio del territorio; dai singoli donatori, agli enti, associazioni e istituzioni comprese.
“L’Assemblea Ordinaria dei Soci ha reso conto dell’operato dell’associazione nel corso del 2023, un anno significativo – ha spiegato Paolo Comana (in foto), Presidente Avis Comunale Bergamo – per l’intensa e qualificata attività di promozione della donazione di sangue e rafforzamento della cura dei donatori, con particolare riferimento alla Rassegna ‘Cura è la nostra cultura’. La rassegna – ha proseguito – è stata l’occasione per riflettere sul tema della cura come fondamento della donazione: i seminari organizzati hanno visto la collaborazione di Avis, a tutti i livelli, la partecipazione di personalità di rilevanza nazionale e raccolto la fattiva disponibilità del Comune di Bergamo, dell’ATS Bergamo, della Diocesi, della Fondazione MIA, dell’Associazione BergamoScienza, della Fondazione Papa Giovanni XXIII, dell’Istituto Paolo VI di Brescia, dell’Istituto Suore delle Poverelle e di altri Enti, che ringrazio. È evidente che la realtà cittadina sia molto diversa da quella del 1936 – ha aggiunto il Presidente – anno in cui la nostra associazione fu fondata: è proprio per questo che ci chiediamo in che modo potremo garantire la prosecuzione del nostro servizio alla comunità. Crediamo che il nostro rapporto con la città non debba più essere fondato sulla risposta all’emergenza, bensì attraverso la realizzazione di un ‘servizio’: individuare, cioè, quale ‘sentimento’ possa radicare la motivazione al dono del sangue. In ogni caso, si rende necessario che ciascun avisino faccia proprio lo scopo statutario: ‘promuovere la donazione di sangue’, in qualsiasi forma ciò sia possibile,” ha concluso Paolo Comana.