L’orto botanico si aggiudica progetto per realizzare il parco apistico nella Valle della Biodiversità
Bergamo, 22 luglio 2024 – L’Orto Botanico del Comune di Bergamo è riconosciuto da Regione Lombardia, esso è articolato su due sezioni, la più antica è in Città Alta (dal 1972) e poi c’è quella di Astino, la Valle della Biodiversità, interamente dedicata all’agro-biodiversità e al rapporto tra la cittadinanza e temi collegato all’agricoltura, al cibo, al paesaggio.
Il finanziamento del progetto
Una progettualità estesa quella descritta nel Masterplan presentato alla Fondazione Banco del Monte di Lombardia che ne ha finanziato la realizzazione con un contributo di 100.000 euro. Il Comune di Bergamo ha disposto un ulteriore finanziamento di 25.000,00 euro per l’esecuzione del progetto, del quale, il primo lotto del bioparco verrà realizzato tra aprile e maggio 2025, rendendo l’area fruibile al pubblico nella prossima primavera inoltrata.
La dichiarazione
“Il Masterplan, realizzato su commissione del Rotary Club Terre di San Marco e donato al Comune di Bergamo – spiega Gabriele Rinaldi (in foto), direttore dell’Orto Botanico di Bergamo – è l’esito di un lavoro di circa un anno che ha visto collaborare i referenti dell’Orto Botanico e del Comune di Bergamo, i rappresentanti di Rotary Club Terre di San Marco e quelli dell’Associazione Apicoltori di Bergamo, con lo studio professionale dell’arch. Filippo Piva (componente della commissione scientifica di Arketipos) che ha progettato in passato un parco apistico nella repubblica di San Marino. Dal 2021 l’Orto Botanico ha sviluppato un importante expertise e numerose iniziative divulgative – prosegue Rinaldi – per aumentare la consapevolezza, da parte dei cittadini, circa i servizi ecosistemici svolti dagli impollinatori e dalle infrastrutture verdi. Un impegno possibile grazie al finanziamento ottenuto su fondi europei (Programma URBACT) per il progetto BeePathNet Reloaded, che ha visto il costituirsi di un Gruppo Locale Urbano (ULG) partecipato da circa 60 tra enti, associazioni, privati cittadini, aziende che hanno svolto azioni concrete e fatto nascere un movimento di pensiero nella convinzione che ‘Città accoglienti per le api sono, a maggior ragione, accoglienti per i cittadini,” conclude Gabriele Rinaldi.
Il percorso del bioparco apistico – descrizione del progetto
Nel dettaglio il percorso apistico prevede una serie di azioni dedicate a:
1. Rimodulare le scarpate presenti inserendo siepi costituite da essenze con fioriture attrattive per gli impollinatori; tali fasce hanno anche funzione di sicurezza, andando a costituire una protezione dalla caduta accidentale sul pendio.
2. Creazione di parcelle gradonate e delimitate con pali di castagno, all’interno delle quali realizzare praterie naturalistiche fiorite con utilizzo prevalente di specie mellifere.
3. Inserimento di parcelle dedicate a coltivazione agricole particolarmente attrattive per gli impollinatori (es. Facelia: Phacelia tanacetifolia, grano saraceno: Fagopyrum esculentum).
4. Creazione di parcelle gradonate e delimitate con pali di castagno, all’interno delle quali realizzare nuove piantagioni di erbacee perenni con fioriture appetite dalle api e dagli altri insetti impollinatori
5. Manutenzione ed integrazione del percorso esistente nel bosco per renderlo funzionale all’inserimento del bioparco apistico nella rete delle connessioni e del percorso di visita.
6. Creazione di un percorso di visita in cui declinare il tema dell’apicoltura secondo la sua evoluzione storica. Esposizione delle diverse arnie corrispondenti alle diverse tipologie di allevamento, collocate all’interno di un percorso temporale ed evolutivo, possibilmente messe nelle condizioni di accogliere le api.
7. Elementi in grado di incentivare e favorire la nidificazione degli insetti utili, realizzati con materiali adatti anche di recupero dal parco stesso, da collocarsi all’interno del percorso di visita.
8. Costruzione di nuovi percorsi integrati con il contesto paesaggistico attraverso tecniche naturalistiche: cordoli e gradoni in pali di castagno, riempiti con pietrisco spaccato per un progressivo inerbimento naturale
9. Manutenzione e recupero del percorso di risalita preesistente, attraverso tecniche costruttive tradizionali locali: utilizzo di conci in pietra selezionati e rifiniti per costituire dei gradini da posare a secco.
10. Realizzazione apparato interpretativo con pannelli e totem
Risultati attesi
– Allestimento di una superficie pari a 918 mq per il pubblico, oggi in uno stato di degrado, di cui 100 mq a prato fiorito
– Ulteriori 800 m lineari di percorso nel verde
– Inserimento di nuovi luoghi di sosta
– Prolungamento dei tempi di visita di almeno mezz’ora
– Miglioramento dell’apparato didascalico
– Incremento delle specie nettarifere e della complessità ecosistemica che consentono di rendere più appetibili le nuove interpretazioni museali ed educative.