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Il Progetto Caregiver Bergamo premiato come migliore progetto europeo agli European Social Services Awards 2024 di Lisbona.

Bergamo, 6 novembre 2024 – Lo scorso lunedì, durante l’evento finale tenutosi a Lisbona (Portogallo), il Progetto Caregiver Bergamo, unico progetto italiano selezionato tra i finalisti nella categoria Workforce Support agli European Social Services Awards (ESSA) 2024, si è aggiudicato il premio quale miglior Progetto europeo.

Progetto che risponde ai bisogni dei caregiver e delle loro famiglie

Promosso dall’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) Bergamo, con il supporto di Regione Lombardia e sviluppato in partnership con ASST Papa Giovanni XXIII, ASST Bergamo Est, ASST Bergamo Ovest, il Collegio dei Sindaci, i 14 Ambiti Territoriali Sociali, Fondazione della Comunità Bergamasca, Fondazione Faces, il Centro Servizi Volontariato e numerosi enti del Terzo Settore, il progetto ha sviluppato una rete unica e integrata di supporto per rispondere ai bisogni dei caregiver e delle loro famiglie.

Supporto per chi si dedica alle persone fragili e vulnerabili

Il premio “ESSA”, organizzato dalla European Social Network (ESN), celebra ogni anno l’innovazione e l’eccellenza nei servizi sociali e sociosanitari in tutta Europa. Quest’anno, il tema “Promoting Inclusive Communities” ha premiato iniziative capaci di promuovere inclusività e supporto per le persone vulnerabili. Il Progetto Caregiver Bergamo è stato selezionato per il suo contributo fondamentale nel creare una comunità di supporto per chi si dedica alla cura di persone fragili e vulnerabili.

Progetto con ampio sostegno dei cittadini

Durante la fase di votazione pubblica, che ha pesato per il 20% sull’esito finale – l’altro 80% è stato a insindacabile giudizio della Giuria internazionale di ESSA, il progetto ha ricevuto un ampio sostegno dai cittadini, soprattutto a livello provinciale e regionale, per la sua volontà ed il suo contributo di occuparsi del benessere dei caregiver familiari.

Le dichiarazioni

“I prossimi passi del Progetto Caregiver – commenta Barbara Caimi (in foto), Direttrice Sociosanitaria di ATS Bergamo – ci vedranno ancora più impegnati, in un’ottica di rete, insieme ai diversi attori che ci hanno accompagnato nella creazione e messa a sistema dell’attuale Progetto. Rafforzeremo con le ASST e gli Ambiti Sociali le equipe professionali dell’infermiere di famiglia e comunità e dell’assistente sociale, nelle Case di Comunità, nell’ottica programmatoria attraverso lo sviluppo dei Piani di Sviluppo del Polo Territoriale e dei Piani di Zona 2025-2027. Lavoreremo affinché il Progetto diventi un Servizio ordinario a favore del territorio. Agiremo in collaborazione con CSV, Fondazioni e tutti gli attori coinvolti – prosegue Barbara Caimi – implementando il portale web Caregiver Bergamo e aumentando le misure di sollievo dirette ai caregiver. Tutto ciò è reso possibile anche grazie ad un progetto sperimentale con l’Università di Bergamo – continua – che avrà il compito di stratificare i bisogni e le aspettative degli oltre 1000 caregiver che hanno partecipato a questo importante percorso di valorizzazione delle figure familiari che si prendono cura, in casa, dei propri cari.”

Questo risultato rappresenta un significativo riconoscimento del lavoro costante e appassionato svolto da tutti i partner del Progetto Caregiver – spiega Massimo Giupponi (in foto), Direttore Generale dell’ATS Bergamo – volto a migliorare il benessere dei caregiver familiari. È un forte incentivo a continuare su questa strada, rafforzando le nostre reti e promuovendo un welfare di comunità a livello locale e regionale. In questo contesto – continua Giupponi – il Progetto Caregiver si distingue come un esempio paradigmatico di come si possa costruire un welfare integrato, rispondente alle sfide attuali. La nostra intenzione è quella di favorire un dialogo tra i sistemi di cura formali e informali, al fine di migliorare la salute pubblica e la qualità dell’assistenza, sostenendo allo stesso tempo l’economia sociale attraverso partnership pubblico-privato. È fondamentale che le istituzioni, il sistema salute, il settore no profit, i professionisti e i cittadini – aggiunge – collaborino in modo sinergico per ricalibrare l’agenda delle politiche sociosanitarie, tenendo in considerazione non solo i bisogni, ma anche i desideri e le aspirazioni delle persone. Insieme, pur nelle difficoltà e nelle fatiche dell’oggi, possiamo contribuire per costruire dalla casa nella propria residenza il primo luogo di cura delle fragilità. I voti raccolti dal Progetto sono qui a dimostrarlo e per questo ringrazio i cittadini bergamaschi e lombardi che l’hanno apprezzato e sostenuto. Un grazie particolare a Regione Lombardia – conclude Massimo Giupponi – che ha sostenuto economicamente e, in modo importante, il Progetto.”

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