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L’ambito riconoscimento è stato conferito dalla Società Italiana di Urologia (SIU) ai centri di eccellenza nel trattamento del tumore del rene.

Bergamo, 17 dicembre 2024 Basato su rigorosi parametri scientifici, il riconoscimento è stato assegnato da un Board di esperti della SIU che ha selezionato 43 centri urologici in tutta Italia che si distinguono per l’approccio avanzato alla prevenzione, diagnosi e cura del tumore.

L’approccio multidisciplinare alla patologia

L’ASST Papa Giovanni XXIII si è distinta grazie al suo approccio multidisciplinaralla patologia, infatti ogni caso viene esaminato con la collaborazione di specialisti di diverse unità. Oltre che dagli urologi, il paziente con tumore del rene viene seguito lungo tutto il percorso di diagnosi, cura e follow up da un gruppo di esperti dell’Oncologia, Radioterapia, Medicina nucleare, Anatomia Patologica, Radiologia, Radiologia interventistica e Nefrologia.

Le équipe di specialisti che seguono i pazienti

Un focus particolare è posto su Radiologia e Medicina Nucleare, dove tecniche radiologiche d’avanguardia permettono di identificare lesioni renali di dimensioni minime e di dettagliarne l’estensione anche in stadi avanzati della malattia. L’Anatomia Patologica gioca un ruolo cruciale nella classificazione dei tumori, distinguendo tra lesioni benigne e maligne e determinando l’aggressività del tumore stesso, al fine di definire il miglior percorso terapeutico per il paziente.

Interventi con chirurgia robotica

Per il tumore del rene, l’ASST Papa Giovanni XXIII è la seconda struttura pubblica in Regione Lombardia per volume di attività, con 144 ricoveri registrati nel 2023 (fonte: PNE Agenas 2024). Il trattamento chirurgico resta la strategia terapeutica privilegiata se il tumore non si è diffuso oltre il rene. Per la maggior parte dei pazienti è possibile effettuare un trattamento conservativo che consiste nell’enucleoresezione della massa tumorale, preservando quanto più possibile del tessuto renale sano. Nei casi più gravi, si procede invece con la nefrectomia radicale.

Grazie anche a una dotazione tecnologica tra le più avanzate, l’approccio è quanto più possibile mini-invasivo. L’Ospedale di Bergamo è un centro di riferimento nella chirurgia renale robotica e laparoscopica. Sono due le piattaforme a disposizione per la chirurgia robotica, grazie ad importanti investimenti di Regione Lombardia. È inoltre presente un sistema evoluto di laparoscopia, che fa ricorso a un visore 3D. In casi avanzati di malattia con trombosi venose neoplastiche, alcune operazioni chirurgiche complesse sono realizzate in collaborazione tra l’Urologia e la Cardiochirurgia.

La termoablazione o la radioterapia stereotassica

La Radiologia Interventistica e la Radioterapia offrono la possibilità di trattamenti ablativi mini-invasivi per piccole lesioni tumorali, come la termoablazione o la radioterapia stereotassica. In caso di malattie particolarmente aggressive o per tumori in fase avanzata, sono attivi percorsi di cura in Oncologia con nuove terapie, come quelle con anticorpi monoclonali. Essendo un grande ospedale polispecialistico, sono presenti esperti in ogni campo medico. Questo consente di coinvolgere specialisti di alto livello in caso di complicanze o di comorbidità, garantendo un’assistenza completa e all’avanguardia.

Le dichiarazioni

Parole di soddisfazione arrivano da Luigi Da Pozzo, Direttore dell’Urologia dell’ASST Papa Giovanni XXIII e Professore Ordinario di Urologia all’Università di Milano Bicocca: “Il Bollino Arancione è un riconoscimento prestigioso – ha spiegato Luigi Da Pozzo (in foto) – che seleziona le migliori strutture su un totale di circa 280 centri urologici mappati dalla SIU in tutta Italia. La selezione ha preso in esame, con un approccio scientifico rigoroso, le dotazioni tecnologiche, l’adeguatezza delle professionalità a disposizione del paziente e parametri come i volumi di attività ed il rispetto delle linee guida internazionali. È un premio che riconosce l’impegno di tutte le équipe coinvolte, insieme a noi – ha proseguito Da Pozzo – nel trattamento delle neoplasie del rene.”

Appropriatezza, competenza, multidisciplinarietà e tecnologia – ha commentato Francesco Locati (in foto), Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII – sono i fattori che distinguono il nostro approccio al trattamento del tumore del rene. Esprimo le mie congratulazioni al prof. Luigi Da Pozzo, a tutta la sua équipe e ai professionisti di tutte le Unità che collaborano con la Urologia per offrire ai pazienti cure adeguate e allineate agli standard internazionali ,“ha concluso Locati.

Nella foto: Da six, gli urologi Michele Catellani, Luigi Da Pozzo (con la targa del bollino arancione), Marco Roscigno, Daniele Cignoli. 

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