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Il curatore fallimentare ha favorito un imprenditore di Seregno e una mediatrice immobiliare di Desio nell’aggiudicazione dell’asta di un immobile di proprietà di una società fallita, a discapito sia degli altri potenziali acquirenti sia dei creditori del fallimento, tra i quali novanta dipendenti dell’impresa fallita.

 

 

 

 

Milano, 17 gennaio 2018

La Guardia di Finanza di Monza ha eseguito, nella serata di ieri, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, emessa dal Giudice per Indagini Preliminari di Monza, nei confronti di un commercialista monzese, una mediatrice immobiliare di Desio e un imprenditore di Seregno – operante nel settore della progettazione e realizzazione di interni – indagati per aver alterato una procedura fallimentare in corso presso il Tribunale brianzolo nel cui ambito il professionista arrestato aveva il ruolo di curatore fallimentare.

A seguito di una segnalazione pervenuta al Tribunale di Monza, Sezione Fallimentare, nel giugno 2017, la Procura della Repubblica ha delegato le Fiamme Gialle ad indagare su presunte irregolarità commesse dal citato commercialista nell’esercizio delle sue funzioni di curatore, nominato in numerose procedure concorsuali, e di custode di beni pignorati. L’attività investigativa condotta dai Finanzieri di Monza ha svelato l’esistenza di un collaudato rapporto “affaristico” tra il curatore fallimentare e la mediatrice immobiliare.

In particolare, gli accertamenti eseguiti dai militari hanno fatto emergere come il curatore, con la complicità dell’agente immobiliare, sfruttando la propria posizione “privilegiata” e ponendo in essere una serie di atti contrari ai doveri di pubblico ufficiale, si sia adoperato per favorire l’imprenditore di Seregno – cliente della donna – nell’aggiudicazione dell’asta di un immobile di proprietà di una società fallita, a discapito sia degli altri potenziali acquirenti, dissuasi o ostacolati a partecipare alla gara dallo stesso professionista, sia dei creditori del fallimento, tra i quali novanta dipendenti dell’impresa fallita.

La condotta illecita dei due soci in affari era finalizzata ad ottenere dall’imprenditore favorito una somma di denaro, quantificato dagli stessi indagati, in 150 mila euro (pari al 10% del valore dell’immobile a base d’asta), destinata ad essere spartita in parti uguali (“fifty/fifty”), come in più occasioni ripetuto dagli indagati. Le risultanze investigative sinora acquisite dalla Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Monza, hanno così portato all’emissione da parte del G.I.P. di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il curatore fallimentare e l’agente immobiliare nonché ai domiciliari per l’imprenditore. Proseguono le indagini a carico del professionista monzese in merito alla gestione di altre procedure fallimentari ed esecutive a lui assegnate dal Tribunale di Monza.

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