Il 27 gennaio del 1945 è la data che ha posto fine alle persecuzioni nazifasciste in Europa e il giorno in cui i soldati dell’esercito sovietico entrarono nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, e videro scene di inaudita atrocità, mai fino ad allora attuata nei confronti di altri esseri umani
Bergamo, 27 gennaio 2018. Anche a Bergamo, come del resto in tutto Italia, oggi si sono svolte le cerimonie del Giorno della Memoria, in ricordo delle centinaia di migliaia di famiglie di ebrei di tutta Europa vittime delle leggi razziali nazi-fasciste del 1939, che furono deportate nei campi di sterminio in Germania e in Polonia, e pochissime di loro tornarono a casa.
La prima cerimonia ha avuto luogo alle ore 10 al Parco delle Rimembranze in Città Alta, dove alla presenza del sindaco Giorgio Gori e alle autorità civili e militari è stata posta una corona d’alloro alla lapide in ricordo dei soldati caduti in guerra e degli ebrei bergamaschi deportati nei campi di sterminio. Alle ore 11, presso il piazzale Marconi della stazione ferroviaria, il Centro promozione della Legalità in collaborazione con Isrec., ha dato vita alla lettura: “Lungo un binario, l’eco di una voce. Atto di memoria attiva”, in ricordo dei lavoratori delle fabbriche di Sesto San Giovanni deportati nei campi di concentramento nazisti, con la deposizione di una corona d’alloro lungo il binario 1, da dove è partito il treno diretto nei lager della Germania. Particolarmente suggestiva è stata la manifestazinoe svoltasi al parchetto interno di Palazzo Frizzoni, dove sono stati ricordati 20 bambini bergamaschi deportati nel campo di Neuengamme, dove furono usati come cavie per esperimenti da medici nazisti e poi uccisi. L’atto di memoria è stato letto dalla presidente del consiglio comunale Marzia Marchesi e poi dagli studenti dell’Istituto comprensivo Eugenio Donadoni.
«Noi oggi siamo qui – ha detto la presidente del consiglio Marzia Marchesi – per ripudiare la guerra e ricordare che questo parco è stato intitolato ai 20 bambini bergamaschi vittime delle leggi razziali nazi-fasciste del 1939 e deportati a Neuengamme dove furono uccisi , la cui storia sarà, tra poco, raccontata dai ragazzi dell’Istituto comprensivo Eugenio Donadoni. Non dimenticheremo mai i continui viaggi della morte sui vagoni bestiame che furono costretti a fare sia gli ebrei che gli stessi italiani dissidenti del regime fascista verso il lager tedeschi e di auschwitz (Polonia). Nel 1945, grazie agli alleati e alla resistenza italiana – ha proseguito Marchesi – il nazi-fscismo fu sconfitto e poi ebbe luogo la nascita della nostra Costituzione che estende diritti e doveri, in maniera uniforme, a tutti i cittadini all’insegna della libertà. A seguito di una ricerca condotta all’archivio storico dagli allievi dell’Istituto Sarpi, nel periodo del 1925, sono stata colpita da un gesto nobile compiuto da un’insegnante bergamasca – ha concluso la presidente – la quale fu denunciata e poi licenziata perché si rifiutò di fare il saluto romano fascista».
I ragazzi dell’Istituto Eugenio Donadoni hanno poi inscenato il racconto dei bambini uccisi dai nazisti, esclamando ad alta voce le generalità e la nazionalità dei bambini stessi, e immaginando le loro atroci sensazioni vissute in quegli attimi terribili prima della morte. Infine, hanno adagiato, uno per uno, sull’erba dell’aiola del parco, una stella di carta ognuna di colore diverso dalle altre.
Particolare e suggestiva è stata la scena in cui, gli studenti, nonostante la temperatura rigida, si sono tolti la giacche e i maglioni (rimanendo con addosso la sola maglietta) deponendoli a terra, gli uni sugli altri, formando una catasta di indumenti in segno di solidarietà verso i bambini deportati e uccisi.
Il motto della cerimonia è stato: «…..affinché non accada mai più!».