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Si tratta di una delicata e poetica accoglienza sonora destinata ai familiari dei pazienti ricoverati nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale, allestita nei corridoi adiacenti a tale reparto

L’opera è nata dall’analisi delle particolari esigenze che il contesto di tale Unità operativa richiede

 

Bergamo, 15 maggio 2018 – Ha avuto luogo stamattina al Papa Giovanni XXIII , la conferenza su «Canone infinito», progetto sonoro ideato da “The blank Contemporary Art” per il reparto di Terapia intensiva del nosocomio Bergamasco, che sarà realizzato il prossimo ottobre 2018, e generosamente sostenuto da Fondazione Credito bergamasco, Amici della Pediatria e della famiglia Santo Radici. Un progetto innovativo che si pone come “case history” di un proficuo connubio tra sanità e arte musicale all’interno di un percorso virtuoso che l’ospedale ha intrapreso da tempo.

Sono intervenuti Carlo Nicora, direttore generale dell’ospedale; Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura del Comune; Santo Radici, direttore delle risorse umane dell’ospedale; Stefano Raimondi e Claudia Santeroni, curatori del progetto; Lorenzo Senni, artista.

«Nella Terapia intensiva – spiega Carlo Nicora – l’attesa è lunga: i parenti dei pazienti trascorrono gran parte del loro tempo fuori dal reparto, ovvero nei corridoi per carpire e percepire se i loro cari, in terapia intensiva, hanno speranza di sopravvivere o meno. In tale spazio di tempo, tra l’altro, “freddo”, a loro dedicato, si vivono emozioni e sentimenti percepiti anche da noi dell’ospedale, che li trasmettiamo ai pazienti e ai loro familiari. E’ difficile rimanere indifferenti a questo stato ansioso – prosegue – che affligge i familiari dei pazienti che sono in attesa, quindi abbiamo pensato di dare loro un segnale positivo in un momento critico, in maniera indiretta, con l’arte della musica. Tale progetto rappresenta la continuità di un lavoro che avevamo già iniziato tempo fa – conclude – che diventerà realtà grazie al contributo del credito Bergamasco, degli Amici della Pediatria e, in particolare, della famiglia Radici che ha sostenuto il progetto in questione».

«Questo progetto, secondo me – sostiene Nadia Ghisalberti – traccia il superamento di un confine tra degenti, che hanno bisogno di cure, e i loro parenti con questo ospedale, che ha messo in atto un sistema che dà loro accoglienza sonora. L’intervento rientra nella tradizione di questo ospedale che ha creato un servizio alla comunità locale. Concludo ringraziando sia gli organizzatori che i sostenitori per l’importante proposta artistica posta in essere».

«Si tratta di un modo diverso con approcci diversi – sostiene Stefano Raimondi – diretto a restituire dei vantaggi attraverso un buon progetto studiato apposta per la temporalità dell’attesa cui sono sottoposti i parenti dei degenti. Qualcosa di percettibile che non vuole diventare uno sfondo invasivo per le persone in attesa nel corridoio del reparto di terapia intensiva. Stiamo realizzando qualcosa che con il tempo possa fare compagnia ai parenti delle persone degenti. Un passo in avanti».

«Il progetto è nato proprio come accoglienza sonora – sottolinea Lorenzo Senni – destinata ai familiari dei pazienti ricoverati nelle Terapie intensive dell’ospedale. Lo scopo è quello di cercare di intrattenerli, in queste ore di tempo di attesa, con la melodia da sottofondo musicale che sarà suonata a intervalli regolari. La sfida è riuscire a mettere l’arte musicale che si sposa con il particolare contesto in maniera coerente. Spero che ciò ci dia soddisfazione».

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