Gori: «Questo è un momento difficile per il nostro Paese in cui certi poteri occulti accusano i nostri vicini francesi e tedeschi come nemici della nostra economia.
Non sarà affatto facile battere la propaganda dei populisti».
Bergamo, 29 maggio, ore 18:00 – Grande manifestazione quella di oggi pomeriggio, organizzata dalla Provincia di Bergamo con circa mille persone che si sono dati appuntamento davanti alla locale Prefettura, in sostegno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale, recentemente, è stato oggetto di insulti, addirittura di minacce di morte sul web, e di ricatto di alcuni leader politici che vogliono metterlo in stato di accusa, solo perché non è stato d’accordo alla designazione di Paolo Savona, economista con idee antieuro, al ruolo di ministro dell’economia.
I partecipanti a tale manifestazione, tra gli altri Acli bergamasche, Ampi, Libera, Ass. Uni+, federazione studenti bergamaschi, e poi, ancora, PD BG, Patto civico,Giovani democratici sindaco Gori, assessori Ciagà e Brembilla, presidente Rossi, onorevoli Carnevali, Misiani, Sanfa, cons. reg. Carretta e Scandella, Spi Cgil, f.p. Cgil e normali cittadini, hanno formato un presidio davanti alla Prefettura, in via Tasso, con in mano la Costituzione e la bandiera italiana, per esprimere il loro sostegno al Presidente Mattarella.
L’intervento del presidente della Provincia Matteo Rossi:
«Grazie a tutti i cittadini, ai gruppi, alle associazioni, agli studenti che hanno deciso di essere qui oggi. Questa non è la manifestazione di una parte politica, ma è l’incontro di uomini e donne che hanno sentito il dovere di testimoniare con la loro presenza e con i loro volti l’attaccamento alle radici della nostra democrazia, alle regole democratiche, al bene comune, alla Costituzione.
La Provincia, insieme a tanti Comuni, è e sarà a disposizione di questa mobilitazione, sia perché la storia del nostro territorio è quella di donne e di uomini che hanno reso Bergamo protagonista del Risorgimento, della Resistenza, della costruzione del sogno europeo, ma anche per il semplice fatto che chi la presiede sulla Costituzione ha giurato, ed è doverosamente impegnato nella sua difesa, a partire dalle prerogative che essa assegna al Presidente della Repubblica, la cui autonomia oggi viene pesantemente attaccata mettendo in discussione la logica basilare dell’equilibrio fra diversi poteri.
Al Capo dello Stato vogliamo esprimere la nostra vicinanza e la nostra solidarietà, come faremo ufficialmente più tardi salendo dal Prefetto.
Una solidarietà innanzitutto umana di fronte agli attacchi inauditi, alle minacce di morte, agli insulti. Parole inaccettabili per chi crede nella democrazia come spazio di confronto, di rispetto reciproco e di composizione pacifica dei conflitti.
Una solidarietà istituzionale e politica per le scelte difficili, ma giuste assunte in uno dei momenti più drammatici della nostra storia repubblicana.
La crisi politica che si è consumata nelle scorse ore ha visto il Presidente Sergio Mattarella adempiere ai propri doveri istituzionali in modo fermo, responsabile e coraggioso.
Le sue decisioni hanno garantito la tutela e la salvaguardia della nostra Costituzione; il bene del Paese e gli interessi materiali di milioni di lavoratori, imprese, risparmiatori; l’ancoraggio politico ed economico al progetto europeo, presupposto indiscutibile per ogni prospettiva di pace e di sviluppo. Il suo è stato il più alto gesto di patriottismo che i cittadini italiani potessero sperare di vedere nella figura che in massimo grado rappresenta le nostre istituzioni democratiche e repubblicane.
Noi siamo convinti che chi vince le elezioni abbia innanzitutto il dovere ancor prima che il diritto di governare. Sappiamo che la sovranità appartiene al popolo, e che essa viene esercitata nelle forme e nei limiti della Costituzione di cui è garante il presidente della Repubblica. E’ grave voler contrapporre strumentalmente ciò che in uno Stato democratico non dovrebbe mai esserlo: la volontà popolare alle istituzioni, la legge della maggioranza all’equilibrio dei poteri.
Sono proprio quelle regole nate dalla Resistenza che ci hanno trasformato da schiavi della dittatura a cittadini liberi e sovrani, ed è proprio per esercitare questa sovranità che ci siamo legati all’albero maestro della Costituzione. Come ci ha raccontato Roberto Benigni, siamo come Ulisse, re di Itaca, comandante supremo della sua nave, che si fa legare passando davanti alle sirene, comandando di non essere slegato per nessun motivo al mondo, anche se dovesse scalpitare ed ordinare il contrario.
Le sirene del populismo oggi risuonano forti, propinano soluzioni semplicistiche e irrealizzabili a problemi complessi, prospettano l’idea di una società chiusa, innalzano muri, si spingono a voler processare il Capo della Stato.
E allora, oggi noi siamo qui perché quell’albero maestro difeso dal Presidente Mattarella va preso in mano da milioni di cittadini. Persone che credono nell’Europa, e che proprio per questo esprimono la necessità che molte cose cambino, e che sanno che proprio nell’applicazione dei principi costituzionali possiamo trovare le indicazioni per politiche che sappiano rispondere ai bisogni, alle paure, allo spaesamento, alle povertà, che affrontino con maggior radicalità il tema del riscatto sociale, che sappiano dare a tutti gli strumenti per misurarsi col cambiamento e con la modernità. Ma l’Europa si può cambiare solo se in Europa si resta a pieno titolo. Questo dev’essere chiaro.
Proprio per questo oggi serve una nuova alleanza democratica ed europea. Più nessuno può stare in silenzio e lasciare le piazze virtuali e reali nelle mani degli imprenditori della paura e dei produttori delle fake news.
Da qui oggi noi ci rivolgiamo a tutti. A chi si riconosce nelle culture e nelle famiglie politiche europee popolari, liberali, socialdemocratiche, ma soprattutto a ogni cittadino, a prescindere dalla parte che rappresenta o per la quale simpatizza.
In questo momento deve prevalere la verità. Non deve e non può passare un racconto degli eventi che non corrisponde al vero: deve essere chiaro che il nostro Paese non ha sovranità limitata, che abbiamo regole sancite dalla nostra Costituzione, vincoli internazionali a cui abbiamo liberamente e volontariamente aderito e che tutelano la stabilità e la libertà di tutti. Non facciamoci abbindolare da una narrazione della realtà mistificata per interessi di parte.Il Paese si prepara a mesi drammatici, in cui lo scontro politico sarà altissimo e il tentativo di piegare la realtà dei fatti alle narrazioni potenti, ma strumentali e di parte, cercherà di soffocare il dibattito democratico.
Per questo oggi è il momento del risveglio collettivo e unitario, il momento in cui tutti scegliamo di uscire dal silenzio, se davvero vogliamo salvare il nostro Paese e il nostro futuro.
La partita è aperta, ed è una partita culturale ancor prima che politica. Bisogna parlare con le persone, spiegare, chiarire. In una parola partecipare. Rimettere al centro del dibattito pubblico un nuovo umanesimo nel rapporto con l’ambiente, il lavoro, le migrazioni, il senso di appartenenza alla storia, a un progetto e a una comunità che per troppo tempo abbiamo smarrito.
Nessuno si salva da solo o contro qualcuno. E’ il messaggio che tutti, ma soprattutto i giovani, che tra poco prenderanno la parola con l’intervento di Giovanni dell’Itis Paleocapa, hanno la responsabilità di testimoniare.
Come canta De Gregori, “Viva l’Italia, con gli occhi aperti nella notte triste”. Teniamo ben aperti i nostri occhi, incrociamo i nostri sguardi, e come ci ricorda in questi giorni la presenza del nostro Papa bergamasco, “cerchiamo sempre ciò che ci unisce e non ciò che ci divide”.
Da Bergamo, ancora una volta, diciamo Viva L’Italia, esprimiamo l’amore e l’orgoglio per il nostro Paese e per le nostre comunità, rilanciamo il massimo sostegno al Presidente Sergio Mattarella – ha concluso Rossi –.
Grazie ancora, non perdiamoci di vista e buon cammino a tutti noi»,
Lettera aperta al Presidente Mattarella da parte di un giovane studente dell’Itis Paleocapa
Ha preso poi la parola, salendo sul palco, il giovane studente Giovanni Remonti che ha detto:
«Grazie Presidente, perché hai saputo esporti nel momento giusto a difesa della Costituzione e di noi cittadini, italiani ed europei.
Grazie Presidente, perché democraticamente hai dato la possibilità di formare un governo ad una maggioranza parlamentare. Hai fatto il tuo dovere. Hai agito secondo i sani principi costituzionali ed ora te ne fanno una colpa. Hai fatto il tuo dovere, ed hai applicato anche un tuo diritto, quando hai deciso di non firmare la nomina del Ministro dell’Economia.
Paragonando il caso nazionale ad una situazione a me più vicina, è come se io accusassi il mio professore di non avermi dato possibilità di recuperare un brutto voto dopo 7 mesi di scuola, e mi mettessi a discutere della sua credibilità di insegnante. Oppure, se durante l’alternanza scuola lavoro dessi dell’incapace al mio tutor che lavora da 30 anni in azienda. Oppure ancora, io dopo 30 anni di lavoro venissi deriso dai miei colleghi più giovani solamente per avergli consigliati o proibito di compiere un qualcosa di pericoloso per loro e per gli altri.
Sono paragoni umili e semplici, ma se anche la più alta carica dello stato perde di credibilità, anche ogni singolo italiano lo perde. Infangare le istituzioni non è utile a nessuno, soprattutto a noi giovani italiani e non! Ed hai ragione. Se si vuole discutere della posizione europea dell’Italia, lo si faccia, ma con un serio approfondimento aperto e chiaro. Non si può credere di poter evitare un confronto su temi di così tale importanza, soprattutto per noi giovani. Io studente europeo non rinuncio ai progetti Erasmus. Io studente europeo non rinuncio alla mia libertà di movimento in un continente così bello. Io studente europeo, italiano, bergamasco e trevigliese non ci casco nell’inganno di pochi e griderò sempre: Viva le istituzioni!
Sono stati pochi i Presidenti dalla Repubblica, o forse sei stato il primo, ad avere un coraggio così… unico, saldo, convinto. Come oramai stiamo imparando dalla tua personalità, solo il silenzio e la meditazione permettono di fare scelte giuste. Io di Sandro Pertini ho letto solo nei libri di storia. Ma io di te, 12° Presidente della Repubblica Italiana, ho visto il tuo sguardo deciso, ho sentito la tua voce ed ho capito che non sei solo un garante e quando dovrò raccontarti ai miei figli, ti descriverò come un protettore della nostra democrazia. Ancora una volta: grazie Presidente. Grazie Presidente, perché se la Costituzione oggi è stata difesa da improvvise modifiche arbitrarie e prese di potere manipolatrici, è grazie a te. Perché la Costituzione siamo noi, sono i nostri valori, le nostre idee e noi tutto ciò, non vogliamo che venga manipolato da pochi. Pochi che a loro volta sfregiano la Costituzione citandone piccoli pezzi per i loro comodi. Lasciamo che restino, anche loro, semplicemente dei piccoli uomini. Io giovane italiano ed europeo ti chiedo scusa per quello che alcuni dei miei coetanei ti dicono. E mi dispiace ancora di più quando sono le persone attorno a me che ti criticano, come persona e come Presidente. Quando per la prima volta, in diretta, ho ascoltato quelle tue parole, ho subito capito che per la prima volta nella nostra Repubblica, qualcosa stava andando in una direzione insolita. Ma non preoccuparti, semplicemente, perché non sei solo. Il popolo italiano, ma quello veramente italiano, è con te. Ti prometto che cercherò di difenderti, così come fanno gli amici. Ti prometto che cercherò di aiutarti nel mio piccolo, perchè mi impegnerò con tutte le mie forze. Ti prometto che io crederò sempre nel Presidente della Repubblica, perché so che in lui posso riporre la mia fiducia ed i miei sogni. Ti prometto che io crederò sempre nei valori della nostra Costituzione, perché ci credo con tutto il cuore. Ti prometto che amerò per sempre l’Italia, perché è il mio paese».
Alle ore 18.30 una delegazione con in testa il presidente Rossi ha incontrato il Prefetto e facendosi portavoce di tutti i partecipanti alla manifestazione ha espresso un messaggio di solidarietà al Presidente Mattarella.
Intervista a Matteo Rossi, presidente della Provincia di Bg.
Commento di Giovanni Remonti, giovane studente dell’Itis Paleocapa di Bg.