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Il sindaco Giorgio Gori ha dato questa mattina l’ultimo saluto al feretro dell’ex sindaco Giacomo Pezzotta , poco prima del suo funerale che si è svolto nella Chiesa di S. Alessandro in Colonna.

Bergamo, 13 giugno 2018 – L’ex sindaco di Bergamo, scomparso due giorni fa all’età di 95 anni è tornato per l’ultimo saluto nell’Aula Consiliare del Comune, dove il sindaco Giorgio Gori lo ha ricordato, ripercorrendo l’impegno profuso e il senso di attaccamento alle Istituzioni dimostrato dall’ex sindaco, con il seguente discorso:

«L’avvocato Giacomo Pezzotta venne eletto in Consiglio Comunale nel 1964 e nella Giunta che si costituì, guidata dal prof. Fiorenzo Clauser, ebbe subito l’incarico, molto impegnativo, di Assessore all’Edilizia Privata. Nel 1966 il prof. Clauser, per ragioni di salute si dimise, ed il Consiglio, allora funzionava così, nominò Sindaco l’avvocato Pezzotta, uomo di punta nella vita politica ed amministrativa cittadina, personalità a cui era riconosciuta una dimensione culturale e morale di notevole caratura.

Nelle due successive tornate, nel 1970 e nel 1975 venne rieletto e riconfermato, sempre dal Consiglio comunale, alla massima carica amministrativa: fu sindaco con un impegno e una passione che tutti gli riconobbero, anche le forze di opposizione, sino al 1979, quando si dimise per candidarsi al Senato, candidatura che però non si realizzò, non senza procurargli un dispiacere.

Per il Suo forte senso delle istituzioni, e per correttezza, l’avvocato non lasciò il Consiglio, ma continuò a svolgere il proprio impegno per la Città come Consigliere, avendo per Sindaco l’amico Giorgio Zaccarelli.

L’avvocato Pezzotta, dunque, fu Sindaco di Bergamo per ben 13 anni: anni complicati, per molti aspetti tumultuosi, nel corso dei quali la Città fu spesso teatro anche di violenti scontri politici, ma furono anche anni positivi, nel corso dei quali Bergamo visse rilevanti cambiamenti sia di carattere fisico-urbanistico che culturale.

Nei momenti più tesi l’amministrazione da Lui guidata venne sentita come un punto di riferimento dalla CIttà per la riconosciuta coerenza democratica degli amministratori. Tutti poi ricordano anche gli sforzi fatti dall’avvocato per riappacificare Manzù con la sua Bergamo e per riuscire a realizzare e ad inaugurare il Monumento al Partigiano, drammatico e sofferente simbolo della Resistenza e della riconquistata libertà democratica proprio come segnale positivo durante gli anni più cupi per la Città.

Fu quello un giorno importante per i Bergamaschi, che parteciparono numerosissimi alla cerimonia: giorno e cerimonia che incisero nel fondo dello spirito e della storia recente della Città e l’avvocato Pezzotta, non solo come Sindaco, ma come uomo, fu l’artefice di tutto questo.

L’attività della Sua amministrazione contribuì in modo notevole alla apertura della Città verso orizzonti più ampi: possiamo ricordare l’impegno per la fondazione a Bergamo dell’Università, in Città Alta, e quello per l’Aeroporto di Orio al Serio come scalo civile della Città: due realtà allora contrastate da parecchi ambienti cittadini, ma che si dimostreranno, nei fatti, il punto di partenza di una Bergamo meno chiusa e meno periferica, non solo rispetto a Milano, ma anche all’intera Nazione.

Dobbiamo ricordare l’impegno della Sua amministrazione, e Suo personale, per quanto riguarda il nuovo Piano Regolatore Generale, redatto dagli architetti Dodi ed Astengo, un Piano urbanistico ritenuto tra i più avanzati del tempo e che venne preso come esempio da altre amministrazioni, un Piano però che non poté essere realizzato che in parte proprio per le sue previsioni innovative a livello non solo comunale, ma anche sovracomunale. Questo per il Sindaco fu un dispiacere perché la Sua idea era quella di programmare lo sviluppo, non solo per la Città, ma per la Grande Bergamo, in una dimensione coordinata e che oggi definiremmo ‘sostenibile’.

Numerosi furono anche i Suoi interventi per un urgente ammodernamento dell’antiquato, ed inadeguato, già allora, sistema ferroviario, e per quello autostradale, sempre nell’ottica di dare a Bergamo una rete di comunicazioni all’altezza di una città che sempre più si muoveva in una dimensione economica e culturale di respiro internazionale.

Giacomo Pezzotta era il tipico rappresentante di una borghesia democratica e responsabile, consapevole del suo ruolo di classe dirigente: di un élite, potremmo dire, competente e dedita al bene della comunità – di una categoria cioè oggi non molto di moda, e a cui credo però Bergamo debba gran parte del suo progresso negli scorsi decenni.

Nella vita più strettamente politica, nel suo partito, la Democrazia Cristiana, l’avvocato Pezzotta scelse sempre di non appartenere a nessuno delle principali correnti: era geloso della propria indipendenza e del proprio libero pensiero. Godette comunque sempre della stima e del rispetto dei propri compagni di partito e degli avversari che in Lui vedevano un uomo con un carattere rigido, a tratti quasi scostante, ma sempre pronto a ricredersi e disponibile nei confronti degli altri: un uomo per certi versi d’un altro tempo, sempre rigoroso e coerente nelle sue scelte e, quello che più conta, anche per l’oggi, un politico profondamente legato alla propria città, portatore di alti valori etici e morali, un convinto democratico liberale che a pieno titolo si colloca nella migliore storia politica cittadina».

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