Gli affreschi di San Michele all’Arco protagonisti del libro di Maria Elisabetta Manca e Amalia Pacia

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    1 Novembre 2019

    I vivacissimi freschi della Chiesa di San Michele all’Arco. Carlo Innocenzo Carloni protagonista rococò a Bergamo, a cura di Amalia Pacia e Maria Elisabetta Manca, Bergamo, Sestante Edizioni – Biblioteca Civica Angelo Mai, 2019.



    Bergamo, 22 ottobre 2019 – Mercoledì 30 ottobre, alle ore 18, presso il Salone Furietti della Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, viene presentato il libro I “vivacissimi freschi” della Chiesa di San Michele all’Arco. Carlo Innocenzo Carloni protagonista rococò a Bergamo. Il volume raccoglie una serie di contributi e di approfondimento sulla figura dell’artista intelvese e sulla sua attività a Bergamo.

    La pubblicazione, disponibile presso la Biblioteca, giunge come naturale e auspicata conclusione dell’attività di restauro condotta sulla volta e sui pennacchi della ex Chiesa a fianco di Palazzo Nuovo nel corso della primavera e dell’estate 2018, grazie all’impegno dell’Associazione Italia Nostra onlus – Sezione di Bergamo, con il fondamentale contributo dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, e a suggello della mostra di presentazione degli esiti dell’intervento allestita in Biblioteca nella primavera di quest’anno.

    “Il restauro degli affreschi di Carlo Innocenzo Carloni”, afferma Nadia Ghisalberti, Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo “rappresenta in città un episodio significativo nella tutela e nella conservazione del patrimonio culturale, ottimo esempio di collaborazione tra pubblico e privato mirata alla tutela di un bene comune. L’intervento è per l’Amministrazione il primo passo verso una valorizzazione della ex Chiesa di San Michele che vogliamo più aperta e fruibile al grande pubblico in un ambizioso progetto che coinvolgerà Casa Suardi e la Biblioteca Mai”.

    Il libro non solo è il resoconto tecnico e scientifico del restauro, ma si presta piacevolmente anche come prezioso strumento di conoscenza di Carlo Innocenzo Carloni, artista la cui fama, nel Settecento barocco, non era inferiore a quella di Giovan Battista Tiepolo. La Chiesa di San Michele, splendidamente affrescata dal pittore comasco secondo il progetto unitario di ristrutturazione concepito dall’allora parroco Marco Carminati, rappresenta uno di quei luoghi – fino a qualche anno fa sconosciuto ai più – la cui riscoperta, nel cuore di Città Alta, riserva inaspettate sorprese.

    Il volume, di 115 pagine, si apre con un’analisi degli affreschi della chiesa da parte di Amalia Pacia, nei loro significati formali e iconografici; prosegue con la descrizione dettagliata, a cura di Silvia Baldis e di Greta Medici (laboratorio Silvia Baldis Restauri), degli interventi effettuati per il recupero delle pitture murali; a cui fa seguito il resoconto delle indagini diagnostiche condotte da Gianluca Poldi del Centro di Ateneo delle Arti Visive (CAV) dell’Università degli Studi di Bergamo e da Fabio Frezzato del Centro ricerche sul Dipinto della CSG Palladio (Vicenza) per lo studio della tecnica e dei materiali usati da Carloni. Lidia Rigon ed Emiliano Tironi, sulla base dei disegni conservati presso la Fondazione Fantoni di Rovetta, presentano le fasi iniziali di studio per la ristrutturazione della Chiesa, condotta a metà Settecento da Gian Battista Caniana, le vicende costruttive della quale sono analizzate nel successivo saggio di Wilma Locatelli. Chiude il volume un’accurata descrizione analitica delle fonti documentarie presenti in Biblioteca Mai, a cura di Claudia Musto, riguardanti la storia dell’edificio, dalle prime citazioni medievali alle più recenti vicissitudini in relazione alla sua destinazione come deposito librario, tuttora in uso.

    Durante l’incontro Giovanna Brambilla dialogherà con Amalia Pacia, Maria Elisabetta Manca e Serena Longaretti. La serata sarà inoltre arricchita da un intrattenimento musicale durante il quale Cesare Zanetti, violino, e Michele Guadalupi, arciliuto, eseguiranno due sonate di Lodovico Ferronati, padovano, attivo a Bergamo nella prima metà del Settecento, dapprima come “musico di violino”, poi, dal 1745 al 1767, Maestro di Cappella in S. Maria Maggiore.

    Al termine sarà inoltre possibile visitare la Chiesa di San Michele e visionare gli affreschi restaurati.

    Ingresso libero.

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