La «Locandiera», spettacolo della Compagnia «La Gilda Delle Arti» – Teatro Bergamo

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    1 Ottobre 2019

    La Locandiera è una commedia di Carlo Goldoni, scritta nel 1753, e rappresenta uno dei testi più celebri e amati della tradizione teatrale italiana.

     

    Bergamo, 26 ottobre 2019 – Goldoni stesso la definì la sua commedia più “istruttiva” perché dimostrava come una ragazza scaltra sia in grado di infiammare il cuore anche del più autentico nemico delle donne. La protagonista della vicenda è la locandiera Mirandolina, decisa a vendicarsi della maleducazione e della presunzione del Cavaliere di Ripafratta, l’unico ospite della locanda a non cedere al suo fascino; tra lacrime, sospiri e falsi svenimenti, riesce nel suo intento e lo conquista, ma non si rende conto che un uomo innamorato è molto più difficile da gestire di un cliente arrogante.

    La pièce, 25^ produzione della compagnia, è pensata per un pubblico composto da famiglie, ma è adatta a

    tutti gli spettatori che abbiano voglia di divertirsi con uno dei testi più famosi della nostra tradizione.

    Il lavoro su Goldoni

    L’idea di mettere in scena “La Locandiera” nacque dalla collaborazione della compagnia con i comuni di Osio Sotto, Verdellino, Boltiere e Ciserano, che commissionarono a La Gilda delle Arti una rassegna sul tema della Commedia dell’Arte (23.02.18-23.03.18). Gli spettacoli che compongono la rassegna sono quattro e affrontano, partendo da diversi approcci, il fil rouge dell’intero programma. L’autore di riferimento per ogni adattamento è Carlo Goldoni, che dedicò tutta la sua vita al teatro e che, probabilmente, è la fonte più autorevole per ricostruire lo stile dei Comici dell’Arte senza perderne la vitalità.

    “La Locandiera” è lo spettacolo che rappresenta meglio di tutti il passaggio dal teatro delle maschere allo spettacolo “di carattere”: senza rinunciare al carattere intrigante e comico di Colombina, all’intraprendenza di Brighella e alla presunzione del Capitano, l’autore crea dei personaggi senza maschera, ribattezzandoli rispettivamente Mirandolina, Fabrizio e Cavaliere di Ripafratta. Questo copione segna di fatto la fine della Commedia dell’Arte per il teatro italiano, e la nascita di una nuova stagione letteraria, aperta ai contributi provenienti dalla Francia e dall’Inghilterra, rappresentati in massima parte dalle opere di Moliere e di Shakespeare.

    La Gilda delle Arti lavora sui testi originali con rispetto, ma anche con la freschezza e l’entusiasmo di un gruppo di giovani che ha trovato nelle grandi opere del passato il modo di esprimere valori che ancora oggi, a distanza di più di due secoli, fanno immedesimare, sospirare e divertire il pubblico. Lo stile di lavoro è quello di assimilare il copione per poi rielaborarlo in una chiave sensibile ai gusti degli spettatori dei nostri tempi: innanzitutto, si rinuncia alla resa integrale dell’opera, e la si riduce a un massimo di 80 minuti, per non rendere l’appuntamento con il teatro un onere gravoso in termini di tempo. In secondo luogo si lavora sulla lingua, nel tentativo di ammodernarla senza perderne il piglio. E, infine, ci si diverte a creare nuovi lazzi e situazioni comiche, volte a coinvolgere ancora di più gli spettatori, per dare l’impressione che lo spettacolo sia stato scritto proprio per loro.

    Adattamento e regia: Miriam Ghezzi

    Durata: 80 minuti circa – Teatro Gavazzeni BG) data: 8 novembre 2019.

     

    Cast: Nicolas Adobati, Nicola Armanni Giovanni Fiorinelli, Miriam Ghezzi, Daniele Tirloni, Stefano Tirloni.

    Direzione artistica: Nicola Armanni

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