Micheli a Milano con «Il giardino delle ciliegie»

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    24 Gennaio 2020

    Il primo spettacolo delle Nina’s Drag Queens ispirato a un grande classico del Teatro. Milano, Teatro Leonardo, 25 gennaio ore 20.30 e 26 gennaio ore 16.30.

    Milano, 24 gennaio 2010 – Non solo opera e Donizetti, ma anche altri mondi teatrali e visuali caratterizzano l’attività di Francesco Micheli, aperta su più fronti e orizzonti del panorama artistico contemporaneo.
    È in scena in questi giorni a Milano, al Teatro Leonardo (via Ampère 1), “Il giardino delle ciliegie”, spettacolo tratto dal “quasi” omonimo lavoro di Anton Cechov e firmato da Micheli per le Nina’s Drag Queen, in una produzione di alcuni anni fa in collaborazione con Atir Teatro Ringhiera e Accademia di Belle Arti di Brera – Biennio Specialistico in Scenografia Teatrale.

    «Il Giardino dei ciliegi – spiega Micheli – è una terra di confine, un confine spazio-temporale. Il Giardino dei Ciliegi è crocevia di mondi lontani, irriducibili. Il Giardino dei Ciliegi è una storia che annoda mille vicende irrilevanti intorno a una piccola grande tragedia familiare. Il Giardino dei Ciliegi è una sinfonia in cui ritmi, timbri e armonie lontane convivono in un contrappunto sghembo, sincopato. Il Giardino dei Ciliegi è un testo dove si ride con le lacrime agli occhi. Il Giardino dei Ciliegi è una drag queen. I ciliegi sono fantasmi, simulacri di un mondo troppo frettolosamente sepolto perché non torni a farci visita con i propri inquietanti spettri. Le drag queen sono creature anfibie, icone tra mondi opposti, angeli sgangherati, animali divini, incarnazione contemporanea del mito di Dafne: donne albero che sanguinano e piangono se fai loro del male. Un bosco di fanciulle albero, belle ma legnose, uomini in panni femminili che evocano il bel mondo al tramonto che un tempo affollava quei luoghi. Vorrei piantare un giardino di ciliegi dove gli alberi hanno radici che sono tacchi a spillo e zatteroni, il tronco è il corpo nodoso di un maschio inguainato in abiti da sera, i rami braccia nerborute malcelate da guanti di raso, le foglie sono unghie laccate come mobili cinesi, i frutti gioielli luccicanti. Vorrei perdermi in questo giardino nel seguire i richiami di un’infanzia perduta ma non dimenticata. Vorrei smettere di sentire le voci di un passato tanto bello e ingombrante da soffocarmi come il profumo di un prato in primavera senza che arrivi mai la promessa estate. Il Giardino dei Ciliegi è tutto questo. E chissà quant’altro».

    IL GIARDINO DELLE CILIEGIE – PDF

    Ufficio stampa per Francesco Micheli
    Floriana Tessitore / Skill & Music
    +39 3387339981

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